
" La nebbia a gl' irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar ".............
Novembre, uno dei più importanti mesi dell' anno.
Sia perchè è il mese dedicato agli adoratori di Bacco, sia perchè ci porta tanti frutti così buoni per trascorrere le lunghe serate invernali, magari accanto al camino acceso che ci riscalda col suo benefico calore.
Novembre è il penultimo mese dell' anno ( anche se per i romani era il nono mese, infatti il loro calandario iniziava in marzo ), da qui il mese Novem ( nove ) = Novembre
Dopo settembre ed ottobre, che ci hanno deliziato con le loro sagre sull' Uva, la più conosciuta delle quali è quella di Marino, ricordata nella famosa canzone " Na gita a li castelli ", che quest' anno si è svolta dal 6 al 9 ottobre, ora è tempo di vedere il risultato di quello che circa un mese fa, era solo un dolciastro succo non fermentato ottenuto dalla spremitura dell' uva.
Carducci ci ricorda quest' avvenimento in quella che è senza dubbio la sua più famosa poesia, la prima quartina della quale ho riportato innanzi.
Non tutti sanno però che l' ispiratore del Carducci per questa sua poesia, è senza ombra di dubbio stato Ippolito Nievo che, come ci narra in un suo saggio Dante Isella, poeta e critico letterario, che ci dimostra quanto il Carducci si sia ispirato al Nievo prendendo spunto da due sue poesie scritte 25 anni prima.
Da- Gli amori in servitù Il tramonto San Martino
Quando dai poggi ameni Già un vasto mar di nebbie La nebbia a gl' irti colli L' aura autunnal respiro E d' ombra il pian sommerge Piovigginando sale
Tutti ne vanno in giro Donde il pennon s' aderge E sotto il maestrale
Ridendo i miei pensier. Di qualche fumaiuol. Urla e biancheggia il mar
Il paesello è assiso L' ombra per colli e monti Ma per le vie del borgo
Sopra un' ombrosa china Inerpicando sale Dal ribollir de' tini
Lo guarda ogni collina Par che l' eterno vale Va l' aspro odore de i vini
In atto lusingher. Mandi alla terra il sol L' anime a rallegrar.
Al rosseggiar del vespro E l' ultimo suo raggio Gira su' ceppi accesi
Cinguetta il passeraio, Perdendosi sublime Lo spiedo scoppiettando
L' artigianello gaio Sulle nevose cime Sta il cacciator fischiando
Canta nel suo camin Cerca il natio candor. Sull' uscio a rimirar
E noi, qual fosse appunto Tal nel morir a un' altra Tra le rossastre nubi
Pupillo il nostro mondo, Speme spargendo io pure Stormi d' uccelli neri,
Sediam in piazza a tondo Racquisterò le pure Com' esuli pensieri
Librandogli il destin. Soavità d' amor. Nel vespero migrar.
Ippolito Nievo Giosuè Carducci
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