mercoledì 20 aprile 2016

LA TERRA D' OTRANTO - 2 -

Abbiamo in altra occasione narrato della storia dei Messapi, un popolo pacifico che intratteneva buoni rapporti con i dirimpettai adriatici della Grecia che curavano rapporti di interscambio con essi.
Purtroppo però le colonie greche che si insediavano nel trascorrere del tempo, non erano altrettanto pacifiche e cercavano di sopraffare le inermi genti messapiche che furono così costrette ad adeguarsi a ciò e creare fortificazioni e munirsi di armi a difesa della propria identità, classico esempio di ciò, è rappresentato, nel settore Jonico della penisola Salentina, dalla città di Taranto che, colonia spartana, cercava di estendere la sua egemonia sulle genti vicine le quali, dopo un grave affronto subito, sconfissero gli eserciti tarantini e, volendoli sterminare, li inseguirono fin sotto le porte di Reggio Calabria dove i tarantini si erano rifugiati chiedendo soccorso.
Con l' avvento della potenza romana, anche il Salento divenne parte dei suoi territori e Brindisi, quale porto più vicino alle sponde della Grecia, assunse importanza e fu centro di scambi e depositi di merci destinate o provenienti dai centri del bacino del mediterraneo.
Dal porto di Brindisi partiva infatti la via Appia che portava direttamente a Roma.
La realtà brindisina però non servì da stimolo per un accrescimentto del tessuto socio - culturale del resto della penisola Salentina che anzi rimaneva sempre più isolata ed abbandonata a se stessa in quanto marginale rispetto ad altri centri più vicini all' urbe, perciò poco influente nei rapporti con Roma.
La cultura e la memoria storica di queste genti andavano così scemando e si impoveriva perciò anche quella che un tempo era stata la cultura fiorente  di quella zona denominata Magna Grecia; pertanto, isolandosi sempre più dal contesto storico del resto dell' Italia, fu possibile che centri oggi definiti Grecìa Salentina portassero fino ai nostri giorni il loro linguaggio poco modificato dalle influenze della storia successiva  fatta di invasioni e colonizzazioni.
Dopo la caduta dell 'impero Romano, l' Italia tutta fu smembrata e si instaurarono una miriade di stati e staterelli che, sotto la protezione dei forti regni transalpini, curarono e valorizzarono la storia e la cultura delle oro genti, creando centri culturali anche di notevole importanza, arricchendo così il proprio bagaglio di conoscenza ed esperienza.
In terra D' Otranto, vi furono anche dei casi importanti di sviluppo culturale , ma essi furono racchiusi  in poche realtà, che tuttavia conservarono fino a tempi relativamente recenti, strutture medievali nel tessuto socio - economico di questi territori, prova ne è che fino al XVIII ° secolo vi sono poche tracce di una cultura che comunque esisteva all' interno di palazzi e monasteri, ma che poco aveva a che vedere con la realtà popolare contadina salentina, che poco conservava o riportava della memoria storico - culturale nel proprio tessuto sociale.
Alla luce di quanto sopra, possiamo quindi notare come storie, credenze e tradizioni antichissime si ripetono ancora oggi tramandate quasi esclusivamente dalla tradizione orale e mischiate, a volte, con aggiunte di credenze e tradizioni successive, marcatamente di provenienza cristiana; furono infatti i cristiani a voler modificare ed adattare alle proprie credenze testimonianze che provenivano da culture precedenti, in ciò ebbero anche facile gioco vista la carenza di testimonianze scritte.

domenica 3 aprile 2016

FILASTROCCHE E CANTILENE

LA TERRA D' ORTANTO AI PRIMI DELL' 800

I dialetti salentini secondo Giuseppe Gigli, possono essere suddivisi in tre zone dialettali:
1) La zona leccese che agglomera il territorio che partendo da Lecce si estende  fino a Leuca,
2) La zona brindisina, che si estende fra i circondari di Lecce e di Taranto, avendo come principali comuni Mesagne, Latiano, Oria, Manduria, Francavilla Fontana, Sava e Grottaglie,
3) La zona tarantina, che comprende come centri principali Taranto e Massafra e tutti i piccoli centri sparsi intorno a queste città.
Bisogna tener conto anche del fatto che quando il Gigli scriveva ciò, non esistevano le provincie di Brindisi e Taranto e la Terra d' Otranto con capoluogo Lecce, le comprendeva.
Citando Luigi Maggiulli, Gigli descrive i vari idiomi e le inflessioni che li caratterizzano in base ad influenze dovute alle varie dominazioni che nel corso dei secoli si sono succedute nei vari territori lasciando in eredità cadenze e terminologie che differiscono fra un territorio ed un altro.
Eccovi ora due canti della zona di Giuliano, piccolo centro del capo di Leuca .

O 'more 'more quantu stai luntanu !
Ci te lu consa, lu lettu la sira ?
Stessi vicinu comu stai luntanu,
Ieu te lu conseria matina e sira,
Ieu te lu conseria sira e matina,
Pe no stare suggettu a la vicina.

Nna donna me prumise le quattr' ore !
Ieu, lu meschinu, me pusi a durmire.
Quandu me risbigliai fora nov' ore ;
Pensa se persi tiempu allu vestire !
Nnanti alle porte fui de lu miu amore ;
Eccume, beddha mia, famme trasire.
Iddha me tisse :  " Va cchianta cicore  
Ciunc' ama donne no pensa a durmire

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