mercoledì 20 settembre 2017

L' EROTISMO FRA ARTE E POESIA


Da molti riconosciuta come la più bella scultura mai realizzata dall' uomo, il David di Michelangelo con i suoi 410 cm. di altezze ( più 107 cm. di basamento ) rappresenta l' anelito di milioni di donne per le sue forme e proporzioni.

Ho già accennato all' opera di Giovanni Boccaccio "Decamerone" che presenta però il neo di non essere un' opera in versi.
La "Caccia di Diana" è un poemetto in versi dove le cacciatrici preferiscono alle gioie offerte dalla vergine dea della caccia, le dolci promesse amorose di Venere.

LA CACCIA DI DIANA -                         CANTO XVI
 ..............

Infino a qui, siccome avete detto
E comandato a noi qui adunate,
Così abbiam seguito con effetto;
Or non vogliam più vostra deitade
Seguir, perocchè accese d'altro foco
Abbiamo i petti e l'anime infiammate.
Come Diana questo udì, nel loco
Non stette guari più, ma sen salio,
Partendosi turbata, a poco a poco,
Finchè nel ciel tornò dond'ella uscio.

                                                               CANTO XVII 

Rimaser queste adunque quivi, e quando
Più non poteron Diana vedere,
Chinaron gli occhi tacite aspettando.
Poi la Donna gentile, che a sedere
Già s'era posta, si drizzò, e loro,
Così farete, disse, al mio parere :
Chiamando in voce prima l'aiutorio
Di Venus santa Dea madre d'Amore,
E coronata ciascuna d'alloro
Sacrificio faremo al suo onore
Della presente preda lietamente,
Sicchè s'accresca in noi il suo valore.
A tutte piacque, onde liberamente
Acceso il foco nella preda, a dire
Cominciar tutte assai devotamente:
O santa Dea, poich'è nostro disire,
Per la virtù del nostro sacrificio,
Non isdegnar le nostre voci udire,
Ma pietosa al tuo giocondo uficio
Per merito de nostri preghi umili
Ricevi noi, e per tuo beneficio
Caccia de'petti nostri i pensier vili,
E per la tua virtù fa eccellenti
Gli animi nostri, e cor larghi e gentili.
Deh fa sentire a noi quanto piacenti
Sieno gli effetti tuoi, e facci ancora
Alcuno amando gli animi contenti.
Così pregando non fer gran dimora,
Che una chiara e bella nuvoletta
Vegnendo, si fermò sovr'esse allora ;
Sopra la quale ignuda giovinetta
Apparve lor, dicendo : i son colei
Da cui, pregando voi, ciascuna aspetta
Grazia, e prometto a voi per gli alti
Dei Che ciascheduna avrà l'addimandata,
Ch'è degna di seguire i passi miei.
E poi verso del foco rivoltata,
Non so che disse, se non che di fuori
Ciascuna fiera che v'era infiammata,
Mutata in forma d'uom, di quelli ardori
Usciva giovinetto gaio e bello,
Tutti correndo sopra 'l verde e fiori;
E tutti entravan dentro al fiumicello,
E quindi uscendo, ciascun d'un vermiglio
E nobil drappo si facean mantello,
E ciascuno era fresco come un giglio.
A cui Venus rivolta, disse: state
Per mio comando e per util consiglio
Suggetti a queste donne, e loro amate,
Finchè meriterete aver vittoria
Del vostro affanno insieme con pietate.
E questo detto, al ciel della sua gloria
Veloce sen volò, lasciando a petti
Di tutti segno d'eterna memoria:
Nel verde prato diversi diletti
Alcun prendieno, e sospirando alconi,
Givan cogliendo diversi fioretti,
Tutti aspettando li promessi doni.

Ria queste adunque quivi, e quando
Più non poteron Diana vedere,
Chinaron gli occhi tacite aspettando.
Poi la Donna gentile, che a sedere
Già s'era posta, si drizzò, e loro,
Così farete, disse, al mio parere :
Chiamando in voce prima l'aiutorio
Di Venus santa Dea madre d'Amore,
E coronata ciascuna d'alloro
Sacrificio faremo al suo onore
Della presente preda lietamente,
Sicchè s'accresca in noi il suo valore.
A tutte piacque, onde liberamente
Acceso il foco nella preda, a dire
Cominciar tutte assai devotamente:
O santa Dea, poich'è nostro disire,
Per la virtù del nostro sacrificio,
Non isdegnar le nostre voci udire,
Ma pietosa al tuo giocondo uficio
Per merito de nostri preghi umili
Ricevi noi, e per tuo beneficio
Caccia de'petti nostri i pensier vili,
E per la tua virtù fa eccellenti
Gli animi nostri, e cor larghi e gentili.
Deh fa sentire a noi quanto piacenti
Sieno gli effetti tuoi, e facci ancora
Alcuno amando gli animi contenti.
Così pregando non fer gran dimora,
Che una chiara e bella nuvoletta
Vegnendo, si fermò sovr'esse allora ;
Sopra la quale ignuda giovinetta
Apparve lor, dicendo : i son colei
Da cui, pregando voi, ciascuna aspetta
Grazia, e prometto a voi per gli alti
Dei Che ciascheduna avrà l'addimandata,
Ch'è degna di seguire i passi miei.
E poi verso del foco rivoltata,
Non so che disse, se non che di fuori
Ciascuna fiera che v'era infiammata,
Mutata in forma d'uom, di quelli ardori
Usciva giovinetto gaio e bello,
Tutti correndo sopra 'l verde e fiori;
E tutti entravan dentro al fiumicello,
E quindi uscendo, ciascun d'un vermiglio
E nobil drappo si facean mantello,
E ciascuno era fresco come un giglio.
A cui Venus rivolta, disse: state
Per mio comando e per util consiglio
Suggetti a queste donne, e loro amate,
Finchè meriterete aver vittoria
Del vostro affanno insieme con pietate.
E questo detto, al ciel della sua gloria
Veloce sen volò, lasciando a petti
Di tutti segno d'eterna memoria:
Nel verde prato diversi diletti
Alcun prendieno, e sospirando alconi,
Givan cogliendo diversi fioretti,
Tutti aspettando li promessi doni.

lunedì 18 settembre 2017

L' EROTISMO FRA ARTE E POESIA


Il mondo dell' arte è pieno di nudi sia maschili che femminili.
Amedeo Modigliani volle anch' egli cimentarsi con dipinti che raffiguravano la bellezza femminile, naturalmente con il suo personalissimo stile.

Il Canzoniere di Fazio degli Uberti ( 1301/ 1367 ), rimasto incompiuto, narra del destino da esule ghibellino del suo autore ed alterna ad argomenti di carattere religioso anche poesie amorose.

POI GUARDO L' AMOROSA E BELLA BOCCA

Poi guardo l' amorosa e bella bocca,
la spaziosa fronte e 'l vago piglio
e i bianchi denti, il dritto naso e 'l ciglio
pulito e brun, tal che dipinto pare.
E 'l vago mio pensiero allor mi tocca
dicendo : " Vedi allegro dar di piglio
dentro a quel labbro sottile e vermiglio,
dov' ogni dolce e saporito pare!
E odi suo vezzoso ragionare
quanto ben mostra morbida e pietosa,
e come 'l suo parlar parte e divide.
Vedi quand' ella ride,
che passa per diletto ogn' altra cosa! .
Così di quella bocca il pensier mio
mi sprona, perchè io
non ho nel mondo cosa ch' io non desse
a tal ch' un sì con buon voler dicesse.

Poi guardo la sua svelta e bianca gola
com' esce ben delle spalle e del petto;
il mento tondo, fesso ,piccioletto,
tal che più bel con l' occhio nol disegno.
E quel pensier che sol per lei m' invola
mi dice: " Vedi allegro e bel diletto
aver quel collo fra le braccia stretto
e fare in quella gola un picciol segno! "
Poi sopraggiunge e dice: " Apri lo 'ngegno
se le parti di fuor son così belle,
l' altre che den valer che dentro copre?
che sol per le belle opre,
che fanno in cielo il sol e l' altre stelle,
dentro da lor se crede 'l paradiso.
Dunque se miri fiso,
pensar ben dei d' ogne terren piacere
si trova dove tu non puoi vedere ".

Poi guardo i bracci suoi distesi e grossi,
la bianca mano morbida e pulita,
le belle lunghe e sottilette dita
vaghe di quello anel che l' un tien cinto.
E 'l mio pensier mi dice: " Or se tu fossi
dentro a que' bracci, fra quella partita,
tanto diletto avrebbe la tua vita,
che dir per me non si potrebbe il quinto.
Vedi c h' ogni suo membro par dipinto,
formoso e grande quanto a lei s' avviene,
con un colore angelico di perla;
graziosa a vederla
e disdegnosa dove si convene,
umile, e vergognosa e temperata;
e sempre a virtù guata
e in fra' suoi be' costumi un atto regna
che d' ogni reverenza la fa degna ".

domenica 10 settembre 2017

L'EROTISMO FRA ARTE E POESIA


Fra i tanti calendari che puntualmente vengono pubblicati ogni anno, questa immagine di Milla Jovovich per il calendario Campari del 2012 attrae sia per la scelta dei colori che per l' originalità del soggetto.

Dopo aver pubblicato poesie sia di Dante che di Guido Cavalcanti, non potevamo fare a meno di pubblicare qualcosa del Petrarca non immune dal cantare la bellezza dell' eros muliebre .
Presto parleremo anche del Boccaccio che ne ha scritto un...... Decamerone.

                                                        AMOR NON TROVO

Pace non trovo, et non ò da far guerra;
e temo, et spero; et ardo et son un ghiaccio;
et volo sopra 'l cielo, et giaccio in terra;
et nulla stringo, et tutto il mondo abbraccio.

Tal m'à in pregion, che non m' apre nè serra,
nè per suo mi riten nè scioglie il laccio;
et non m' ancide Amore, et non mi sferra,
nè mi vuol vivo, nè mi trae d' impaccio.

Veggio sanz' occhi, et non ò lingua et grido;
et bramo di perir, et cheggio alta;
et ò in odio me stesso, et amo altrui.

Pàscomi di dolor, piangendo rido;
equalmente mi spiace morte et vita.
In questo stato son. Donna per vui.




sabato 9 settembre 2017

L' EROTISMO FRA ARTE E POESIA


Un' immagine erotica  deve sempre lasciare spazio all' immaginazione.

Al contrario di Dante del quale era amico, Guido Cavalcanti non scrisse opere pregne di religiosità, anche perchè era ateo.
La sua poesia erotica sicuramente ne fu avvantaggiata.

                                                                 IN UN BOSCHETTO

In un boschetto trova' pasturella
più che la stella - bella, al mi' parere.

Cavelli avea biondetti e ricciutelli,
e gli occhi pien' d' amor,cera rosata;
con sua verghetta pasturav' agnelli;
scalza, di rugiada era bagnata;
cantava come fosse 'nnamorata;
er' adornata - di tutto piacere.

D' amor la salutati immantenente
e domandai s' avesse compagnia;
ed ella mi rispose dolzemente
che sola sola per lo bosco gia,
e disse: " Sacci, quando l' augel pia,
allor disia - 'l me' cor drudo avere ".

Po' che mi disse di sua condizione
per lo bosco augelli audìo cantare,
fra me stesso diss' i' : " Or è stagione
di questa pasturella gio' pigliare ".
Merzè le chiesi sol che di baciare
ed abbracciar, - se le fosse 'nvolere.

Per man mi prese, d' amorosa voglia,
e disse che donato m' avea 'l core;
menommi sott' una freschetta foglia,
Là dov' i' vidi fior' d'ogne colore;
e tanto vi sentìo gioia e dolzore,
che 'l die d' amore - mi parea vedere

venerdì 8 settembre 2017

VENTO D' AUTUNNO

Ecco l' autunno! pare arrivato,
da lampi e tuoni viene annunciato,
più umida è l'aria mattutina
e ci rinfresca dolce brezzolina.

Le afose notti d' agosto, passate;
un lieve, caldo, sole la mattina,
tiepidamente scalda la marina,
un benessere, dolce, mi pervade.

E giunge, lì da sud, un forte vento,
che spoglia, degli alberi le chiome,
assiste , inerme, a questo evento,

un passerotto tremante di paura
che, nel suo nido rifugiato, teme,
il temporale, com' è, sua natura.

mercoledì 6 settembre 2017

SOGNANDO - Marzo pazzerello


Non puoi mai scordar l' ombrello,
in questo marzo pazzerello,
perciò son qui rintanato,
sotto il portico abbandonato.

Improvviso, rispunta il sole
fra i sorrisi delle viole,
che affacciate alla finestra
fan di se gran bella mostra.

Ecco, ora inonda l' aia,
coi suoi raggi reca gioia
alla ruspante, lesta chioccia
che ha sfidato l' ultima goccia.

E la vita, come d' incanto,
riprende, in questo camposanto,
tutti lieti sotto il sole,
che lor dona il suo calore.

La massaia ed il villano,
al lavoro rimetton mano,
non si deve perder tempo
già si vede un altro lampo.

C'è il grano da concimare,
là, dei solchi fra le righe,
or già spuntan le prime spighe;
perciò presto s' ha da fare.

E cresca bello e rigoglioso,
così a giugno al mietitore
dia da fare un bel lavoro,
e pel mugnaio sia, appetitoso.

Con un fil d' erba nel becco,
già vuol dare l' ultimo tocco
ch' è il nido ormai finito,
ed alla sposa spera, piaciuto;

Saran l' uova da covare
e daranno un gran da fare,
quando nasceran piccini,
tanti bei passerottini.

Sopraggiunge col fragore
del tamburo un gran rullare,
un monello gioca nell' aia
e lo sgrida la massaia.

D' improvviso, cosa  è stato?
quel rullare m' ha destato !
sotto il portico sdraiato,
io mi ero appisolato.

Non puoi mai scordar l' ombrello
in questo marzo pazzerello,
sotto il portico sognavo
ma, col tuono, mi destavo.


lunedì 4 settembre 2017

APRILE DOLCE DORMIRE

Tenera vola docile farfalla
di fiore in fiore a sugger la corolla,
sperando che la rondine non veda
i bei color delle sgrgianti ali,
e far di lei sua succulenta preda.

Io sonnacchioso, all' ombra di un ulivo
osservo che natura mi circonda,
e venticello con un far giulivo
piega i suoi rami, a carezzarmi il viso,
e muove l' erba, come col mar fa l' onda.

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