sabato 29 dicembre 2018

LI CULACCHI TE PAPA CALIAZZU


                                                   PAPA CALIAZZU
                                      in un' immagine conservata a Lecce 
                              presso il museo provinciale S. Castromediano



LA GRAZIA TROPPO PRESTO

Siccomu ia parecchiu tiempu ca nu cchiuia, lu prevete te lu Miscianu urganizzau nnu trituu te prechiera cu supprica Santu Iscenzu cu ffazza la crazzia cu ffazza catire te ncielu nnu picca te acqua.
Pe stu fattu, nvitau papa Caliazzu cu bbascia lla chiesia e cu ffazza nna preteca allu santu cu ddummanda sta crazzia.
Papa Caliazzu sciu e ffisce la preteca; comu spicciau ncignau a cchioere a celi pierti e nu lla sipcciaa cchiui; pe stu fattu papa Caliazzu ncignau sse lagna:
“ Ohimmena, à ncignatu a cchioere e nun mbole lla spiccia e nu mmaggiu purtata mancu la mbrella e aggiu ffare tanta strata. Ci lia saputa ia fatta nna preteca cchiù curta “.
Lu prevete te lu Miscianu ca lu sta ssentia, ni tisse :
“ Ma cce sta tisci papa Caliazzu ? “.
“ Nu bbiti – respuse papa Caliazzu – ca santu Iscenzu cu ffazza chioere sa scerratu ca ieu stau fore te casa ? “. 

LA GRAZIA - TROPPO PRESTO

In un lungo periodo di siccità, il prete di Miggiano organizzò un triduo di preghiera per supplicare san Vincenzo di fare una grazia e far piovere.
Invitò perciò anche papa Galeazzo presso la sua chiesa perchè facesse una predica chiedendo la grazia.
Papa Galeazzo si recò dunque a Miggiano e fece la predica; appena questi finì, iniziò un forte temporale e pareva proprio che non volesse proprio smetterla perciò papa Galeazzo iniziò a lamentarsi :
" Ha iniziato a piovere e non vuole più smetterla, non ho portato neanche l' ombrello e devo fare tanta strada. Se l' avessi saputo avrei fatto una predica più corta ".
Il prete di Miggiano, nel sentirlo gli chiese :
" Ma cosa dici papa Galeazzo ? "
" Non vedi - rispose papa Galeazzo - Che san Vincenzo, per far piovere si è dimenticato che io sono fuori casa ?. 

mercoledì 26 dicembre 2018

L' EROTISMO FRA ARTE E POESIA



Di umili origini, Pietro Aretino, questo almeno il suo nome d' arte che amò definirsi figlio di " cortigiana con animo di re ", ci tenne a nascondere il suo vero nome e le sue origini, si dice fosse nato nella notte del 20 aprile 1492 ad Arezzo, probabilmente figlio di un ciabattino.
Trasferitosi a Roma nel 1517, per studiare pittura, esordì nel 1522 in campo letterario con le  Pasquinate, opere satiriche ispirate al celebre Pasquino, che gli costarono un esilio durato fino al 1523.
Nel 1525 scrisse i Sonetti lussuriosi, opera a sfondo erotico che gli costò varie censure ed il definitivo allontanamento da Roma, a causa di un attentato che subì con la complicità del clero, e i Dubbi amorosi, dei quali tratterò ampliamente in seguito.
Sodomita per sua stessa ammissione, ebbe un temporaneo innamoramento per una cuoca passando così provvisoriamente dai ragazzi alle ragazze.
Negli anni '70, con l' avvento della serie cinematografica dedicata all' erotismo decameronico, gran parte dei film prodotti fu ispirata alla sua opera; riporto qui solo qualcuno dei 14 titoli da lui ispirati :
...E si salvò soltanto l' Aretino Pietro con una mano davanti e l' altra dietro "
" Fiorina la vacca "
" Novelle licensiose di vergini vogliose ".
Paolo Giovio, un vescovo cattolico, scrisse l' epigrafe satirica qui riportata:
                              " Qui giace l' aretin, poeta tosco,
                                che d' ognun disse mal, fuorchè di cristo
                                scusandosi col dir -  non lo conosco! - ".

DUBBI AMOROSI

      Prefazione
      Manifico utriusque ser Agnello,
      voi, qui scribere scitis quare, quiae
      spesse volte fate col cervello
      di Bartolo e di Baldo notomia
      e le leggi passate col crivello
      nella vostra bizzarra fantasia,
      questi dubbi, di grazia, mi chiarite,
      ch'oggi in bordello han mosso una gran lite.
          
          Dubbio I
          Porzia fedel s'avea fatto chiavare
          molt'anni col consenso del marito,
          ma perché non potè mai figli fare,
          ell'era da ciascun mostrata a dito:
          un astuto villan fece chiamare
          e fe' di figli un numero infinito;
          or il marito l'ha per vituperio,
          utrum possa accusarla d'adulterio?
          Risoluzione I
          La legge adulter singulare, testo,
          dice ad legem Juliam de adulterio:
          quando il marito non accusi presto
          la moglie, che gli fa tal vituperio
          e sa ch'ella molt'anni in disonesto
          modo si dà con altri refrigerio,
          più non la può de crimine accusare
          e a tutta briglia si può far chiavare.
          Dubbio II
          Aveva la Martuzza un giorno tolta
          la medicina e non potea cacare;
          ond'ella avea dolor e pena molta
          e quasi tutta si sentia crepare.
          Talché temendo di restar sepolta,
          un grosso cazzo in cul si fe' cacciare:
          guarì, ma nel guarir gustò sapore.
          E' tenuta di dirlo al confessore?
          Risoluzione II
          Tutti i canoni voglion ch'il peccato
          se non è volontario non si stima,
          e che l'uomo non può dirsi dannato
          se non vende a Satan se stesso prima;
          unde, quicumque sit, non è obbligato:
          decima quinta, quaestione prima,
          concludo ch'è peccato veniale
          e dirlo al prete poco o nulla vale.
          Dubbio III
          Avea la Panta, da bisogno astretta,
          concessa la sua potta a un giovin saggio,
          il qual trovò la via non molto stretta.
          Né potè asciutto andar per il viaggio.
          Ei mutò strada e andò per la più netta
          e dell'altrui domin prese l'omaggio.
          Ha l'altrui possession egli turbata
          e questa via dev'essergli vietata?
          Risoluzione III
          La costumanza della terra mia,
          scritta de servitude et in latino,
          vuol a chi del passar non ha la via
          sia costretto di dargliela il vicino;
          e così ancora se distrutta sia
          per strano caso o per voler divino.
          Itaque dico che non fece male,
          perché la via dee aver più vicinale.
          Dubbio IV
          La Doralice a un medico promese
          dargli una chiavatura a tutto pasto
          se guarito le avesse il mal francese,
          che il fegato e 'l polmon le aveva guasto.
          Quel fe' tutta la cura a proprie spese,
          ma alfin lei si morì fra quel contrasto.
          Tenetur ne la figlia, come erede,
          dargli la chiavatura ch'egli chiede?
          Risoluzione IV
          Messer Matteo deciso ha questo punto
          e vuol che tai promesse non sien vane,
          quand'egli a centotrentatré fu giunto
          delle sue decisioni sovrumane;
          ove vuol che promissio del defunto
          obblighi quell'erede che rimane;
          unde tenetur filia, ut volunt jura,
          di dargli la promessa chiavatura.
          Dubbio V
          Un moro avea bisogno d'un ducato
          e ad interesse lo volea pigliare;
          ad Isabella Padoana andato,
          che a questo modo ne solea prestare,
          l'ebbe con patto scritto che cacciato
          le avesse in cul, fin che l'avea a pagare,
          un cazzo, ch'egli avea fuor di misura.
          Questa convenzion può dirsi usura ?
          Risoluzione V
          Chi dell'impresto sol riceve prego
          l'usura è ben dover perché si parta:
          ma in questo caso che sia usura nego,
          perché con l'infedel si fa la carta.
          In capitolo ab illo questo allego,
          decima quinta, quaestione quarta,
          ov'è che il Papa usura far concede
          con quelli che non son di nostra fede.                     
          SEGUE   

lunedì 24 dicembre 2018

PROVERBI E INDOVINELLI SALENTINI

                                                       
    PRUERBI                                                      PROVERBI

A carcere, spitale e campusantu,           In carcere, ospedale e cimitero,
tutti tenimu nna chianca                         tutti abbiamo un posto

A ccasa stringi,                                       In casa economizza,
a jaggiu spiendi,                                     in viaggio spendi,
a mmalatia spandi.                                 In malattia esagera

A ccinca nu piace la scorza,                  A chi non piace la buccia, 
a ccinca la muddhrica.                          a chi la mollica,                
accinca la ncummatura te lu pane.       a chi la crosta del pane.

A tece nu fface.                                      Adieci (anni) non fa,
a bbinti nu mbole,                                  a venti non vuole,
a trenta nu ppote.                                  a trenta non può.

A fame , pane,                                       A chi ha fame dai pane,
a ssite, acqua,                                       a chi ha sete offri da bere
a ssennu, liettu.                                     a chi ha sonno un letto.                                                         

mercoledì 19 dicembre 2018

L' EROTISMO NELL' ARTE E NELLA POESIA

Sebbene fortemente criticato all' esposizione del 1819 del SALON, perchè non rispettava le reali proporzioni di un corpo femminile, La grande Odalisque, riscosse notevole successo negli anni seguenti ed oggi è menzionato dal quotidiano the Guardian fra le 10 migliori opere mai realizzate .



Non so fino a qual punto possa essere annoverato quale poeta erotico  Valerio Catullo, celebrato poeta latino fra i più grandi.
Più che poesia erotica, i suoi turpiloqui, erano inventive rivolte ai suoi detrattori che cercavano di sminuirne l' immagine.
Ma anche nei confronti della donna celebrata quale suo grande amore, Lesbia (accusata da Cicerone di essere l' assassina del marito,  nel discorso Pro Caelio), Catullo non usa forme o vocaboli delicati, come vediamo nei versi di:

XLII ADESTE HENDECASYLLABI ( venite endecasillabi )

Adeste, hendecasyllabi, quot estis
omnes undique, quotquot, estis omnes.
Iocum me putat esse moecha turpis,
et negat mihi vestra redditura
pugillaria, si patis potestis.
Persquarum eam, et reflagitemus.
Quae sit, quaeritis illa, quam videtis
turpe incedere, mimice ac moleste
ridentem catuli orem Gallicani.
Circumsistite eam, et reflagitate,
" Moecha putida, redde codicillos,
redde, putida moecha, codicillos ".
Non assis facis ? o lutum, lupanar,
aut si perditius potes quid esse.
Sed non est tamen hoc satis mutandum.
Quod si non aliud potest, ruborem
ferreo canis exprimamus ore:
conclamate iterum altiore voce
" moecha putida, redde codicillos,
redde, putida moecha, codicillos ".
Sed nil proficimus, nihil moventur.
Mutandas ratio modsusque vobis,
siquid proficere amplius potestis:
" pudica et proba, redde codicillos ".

VENITE ENDECASILLABI

Venite,. endecasillabi, tutti quanti,
voi che siete ovunque e voi tutti ovunque siate,
mi prende in giro, è una turpe puttana
e mi nega la vostra restituzione,
potete sopportarlo ?
perseguitiamola, ed assilliamola
chi sia, vi domandate? ella, la vedete
dal turpe camminare sguaiato e molesto
sfacciatamente ridendo come gallico cane.
Circondatela e urlate :
" Brutta puttana, restituisci i versi,
rendi, brutta puttana, i versi ".
Non te ne frega ? o melma di postribolo
o se puoi essere ciò che di più sporco,
ma sebbene tutto ciò che appare,
potresti, se non te ne frega, arrossire
bocca schifosa di cagna:
Urlate con voce ancora più alta
" Brutta puttana, restituisci i versi,
rendi, brutta puttana, i versi "
ma a nulla giova, niente si muove.
Cambiate voi la forma ed il modo
se voleste aver più ampio successo :
" Pudica e casta, restituisci i versi ".

LIV BONONIENSIS RUFA ( la rossa bolognese )

Bononiensis rufa rufulum fellat
uxor Meneni, saepe quam in sepulcretis
vidisti ipso rapere de rogo cenam,
cum devolutus ex igne prosequens panem
ab semiraso tunderetur ustore.


Qui notiamo il doppio senso di rufulus, infatti questo termine ha due significati;  rossiccio ( inteso di capigliatura ), ma i rufuli erano anche tribuni militari non eletti dal popolo ma dal console.


LA ROSSA BOLOGNESE

La rossa bolognese succhia il rufulus
(è ) la moglie di Menenio, che spesso
vedeste nelle sepolture ella stessa
rubare dal rogo la cena
appena caduta dal fuoco ed il pane offerto
e il quasi calvo operaio del forno ( crematorio )
la frusta a sangue






EQUITÀ SOCIALE

Da "IL FATTO QUOTIDIANO " di oggi 19 / 12  pag. 15

Dal brano finale del discorso di Mario Draghi del 15 / 12 u.s.al Sant'  Anna di Pisa :

" ..... L' attrazione che esercitano politiche e regimi illiberali si sta diffondendo ..... Il progetto europeo è ancora più importante oggi, solo continuando a fare progressi, a liberare energie individuali ma anche rafforzando l' equità sociale possiamo salvarlo nelle nostre democrazie, con unità d' intenti ".

Bel discorso, infatti le delocalizzazioni, la disoccupazione, l' affaire migranti, il mercato delle vacche a favore degli imprenditori esteri sulle aziende italiane vedi i casi emblematici Pernigotti o Ilva, fanno  proprio parte di quell' equità sociale chiamata anche globalizzazione  che ci permette di acquistare le arance e le olive africane mandando al macero quelle nostrane.

Ma vuoi mettere com' è bello avere un unico centro di potere europeo al posto di tanti piccoli tapini governi sovranisti ?

martedì 11 dicembre 2018

APPUNTI DI VIAGGIO

                                       INCONTENTABILI TORINESI
             POSSIBILE CHE NON AVENDO ABBASTANZA MATERIA PRIMA
                              DEBBANO  RICORRERE AI SURROGATI ?




FONTANE DI......TREVI

NARRA LEGGENDA CHE SE BUTTI UNA MONETINA NELLA FONTANA DI       TREVI A ROMA, COSTRINGERAI IL DESTINO A FARTICI TORNARE
                           
                             IN MANCANZA DI UNA FONTANA SIMILE.......
                  I TORINESI HANNO CREATO L' INGRESSO AI MUSEI........
                                                      ANNUALE


MALA TEMPOPRA CURRUNT

                                        MALA TEMPORA CURRUNT

                                  Dopo le esaltanti esperienze Argentine.
           Che Francesco voglia trovare  un nuovo VIDELA anche per l'Italia ?


martedì 6 novembre 2018

IL POTERE LOGORA

ORA DOVRÀ CERTIFICARE ANCHE L' ELEGIBILITÀ DEI CANDIDATI SINDACO ALLE PROSSIME ELEZIONI DEL 2019 CON BUONA PACE DELLA BASE GRILLINA


sabato 3 novembre 2018

L' EROTISMO NELA POESIA E NELL' ARTE


In fotografia un' immagine erotica con un efficace gioco di luci ed ombre risalta le morbide linee di un corpo femminile risaltandone la bellezza e la sensualità


Daria Menecanti ( 1914 - 1995)
fu una poetessa che, milanese di adozione, descrisse in una studiatissima semplicità l' eterna, feroce dialettica di amore e morte.

L' attesa  dell' incontro  in un vortice di sensazioni che esplodono nell' esaltazione dei sensi.

PER UN PASSANTE

Lonmtano in ualche parte
della città anche tu mi stai cercando
smaniosamente.
Io non so chi, non
so il nome.
Ma ti aspetto
in febbre e sudori



Da  " CANZONIERE PER GIULIO "

Dal porto grigio e tenero di nebbia
con soavi lentezze, bastimenti
uscivano infiniti - e su una tolda
qualcuno mi garriva salutando
pur me pur me coi cenni, con la mano.
L' angoscia di quel vivo fazzoletto
nella chiusa palma !
Fitto mi stette subito il coltello
dell' abbandono
ero dunque la terra
da cui si strappa lì albero infelice.
Ero colei che infine si diserta
dopo infinita guerra.
                                 E dolevo di lui selvaggiamente
per ogni sua radice.

DO UT DES


giovedì 1 novembre 2018

SCAVANDO SCAVANDO

Augurandomi che gli scheletri trovati nei pressi della nunziatura apostolica di Roma non siano quelli di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori e che le loro famiglie possano ancora avere un barlume di speranza che le loro congiunte possano ancora essere vive.


mercoledì 31 ottobre 2018

L' EROTISMO NELL' ARTE E NELLA POESA


La mitologia greca ci narra spesso dele avventure amorose di Giove, il re degli dei che, pur di possedere una donna, non esitava a tramutarsi in qualunque essere divino, animale o umano e delle sue trasformazioni, sempre per conquistare qualunque donna della quale si era invaghito.
Callisto era una ninfa che faceva parte del seguito di Artemide, la dea della caccia conosciuta dai romani come Diana.
Un giorno, mentre riposava sdraiata in un prato, Callisto fu notata da Giove che se ne invaghì ed, allo scopo di possederla discese sulla terra trasformandosi in Artemide, dopo averla posseduta, se ne tornò sull' Olompo, a seguito di questo rapporto, Callisto rimase incinta ma tenne per se questo segreto,
Un giorno che Artemide era scesa sulla terra ed era in comagnia delle sue ninfe, giunte presso un laghetto, decisero di fare tutte un bagno, ma Callisto non voleva spogliarsi per non far scoprire il suo segreto, allora le altre ninfe la spogliarono a forza scoprendo così la sua gravidanza, Artamide si adirò per questo fatto e cacciò Callisto dal suo seguito.
Hera, la moglie di Giove era all' oscuro di quanto accaduto, ma ne giunse a conoscenza dopo la nascita del figlio di Callisto, allora, per vendetta, ma anche per evitare Che il marito avesse ancora rapporti e quindi altri figli con la ninfa, tramutò questa in un orso.
Il mito Callisto raffigura un amore lesbico, infatti, non essendo a conoscenza che  la dea Artemide altri non era che Giove travestito, Callisto si diede ad Artemide e mai poteva immaginare di rimanere anche incinta da quel rapporto.


Corrado Govoni,vissuto fra il 1884 ed iil 1965, fu un poeta sospeso fra il liberty ed il crepuscolarismo ed attraversò anche una fase dello sperimentalismo futurista.
Di tono esplcitamente dannunziano, il sonetto che riporto di seguito e che narra di un rapporto lesbico.

DA VAS LUXURIAE

SAZIETÀ

Dai dolcissimi amplessi estenuate
dormono le due femmine divine
con le chiome lunghissime avvinghiate
a le braccia ed a l' anche alabastrine.

Dormono dolcemente, sodisfatte
di morsi interminabili, supine
e ignude con le coscie scostate
a prender  le coppe coralline,

Sopra il letto moriron le rose
e nel grande bacino scintillante
svanirono gli aromi cordiali;

ma le vulve dolcissime e pelose
emanano un odore inebriante,
come due scotolette naturali...







martedì 30 ottobre 2018

QUID PETIS ?


Se sape ca li preveti fra de iddhri se parlanu cu llu latinu, ccussine li fedeli nu ccapiscenu nienzi te quiddru ca se sta ticenu.
Alli tiempi te papa Cajazzu era comu ete moi.
Nna fiata papa Cajazzu ia statu mandatu te lu escuu te Lissanu a Roma cu bba ttroa lu papa cu lu canunecu Scarpazza ca era lu superiore te papa Cajazzu,pe stu fattu nnanzi llu papa era propiu iddhru ca ia pparlare e papa Cajazzu sia bbutu stare cittu.
Rriati llu vaticanu, scera ll’ utenzia te lu papa te Roma e strata fascendu, lu caalieri ca li sta ccumpagnaa ni fisce le raccumandazzioni te comu sianu cumportare cu llu santissimu.
Lu caalieri ni tisse puru ca lu papa fascia sempre ddo dumannde,la prima era cu ssaccia ci eranu e la secunda ni ddummandaa cce bbulianu.
Lu canunecu Scarpazza se preparau cu respunda a ste ddo dumande.
Rriati ca fosera nnanzi llu papa, quisto invece cunni ddummanda prima ci eranu, ddummandau invece cce bbulianu:
- “ Qui petis ab ecclesia dei ? “
Lu Scarpazza ca nu ia capitu nienzi, respuse comu se lu papa ni ia ddummandatu ci eranu :
- “ Canonicus Scarpazza ecclesiae Alessani “
Lu papa rimase cu lla ucca perta ma ose cu saccia ci eranu sti prieveti e nni ddummandau ci eranu :
-” Quomodo tu vocaris ? “
Lu canunecu Scarpazza ca sia mbambulatu, cuntinuau cu rrespunde llu modu ca sia preparatu peccomu nia tittu lu caalieri “ ddummandu nn bbaciu te lu sommu pontefice “:
“ Osculere petem sommi pontificis “
Lu papa ca ia capitu tuttu, se mise a ritere, a stu puntu lu papa Cjazzu se fisce nnanzi e ni tisse:
“ Sancte pater, pes aut manus petus vobis benedictionem nostra terrae Lucugnani “
“ Benedicto, benedicto sii terrae Lucungnani “ ni respuse retendu lu papa.

ANDREOTTI DOCET


mercoledì 24 ottobre 2018

L' EROTISMO NELL' ARTE E NELLA POESIA

 
Osservando le vecchie immagini erotiche che generalmente erano contenute nei calendarietti offerti dai barbieri ai propri clienti, e che noi bambini riuscivamo a sottrarre ai nostri padri, per soddisfare la nostra curiosità, si poteva notare come la bellezza di qualche anno fa era rappresentata da donne in carne, non depilate e naturali
 

Per distinguersi dai colleghi francesi, i BOHEMIEN italiani tradussero la parola in SCAPIGLIATI.
Nata a Milano verso la seconda metà dell' ottocento, la scapigliatura si estese rapidamente in tutto lo stivale.
Lorenzo Stecchetti è lo pseudonimo di Olindo Guerrini, bibliotecario presso l' università di Bologna all' epoca di Carducci e Panzacchi.
La vena erotica che scorre nei versi del Guerrini unitamente alla sua blasfemia,
si può notare principalmente nelle " Rime di Argia Sbolenti "

LA BICICLETTA

Giammai scoccata da una man feroce
dall' arco teso non fuggì saetta
come sul suo sentier corre veloce
                                    la bicicletta.

Volan le rote e mentre sulla via
nessun rumor presso di lei si sente,
qualche imbecille al corridore invia
                                    un accidente.

A me che importa se della canaglia
m' insegue il riso o il mormorar d' alcuni
se l' iniqua parola altri mi scaglia
                                  o il molla buni?

Io corro, io volo sulla bicicletta
questo ideal delle cavalcature:
chi soffre d' emorroidi o di bolletta
                                   m' insulti pure,

ch' io son beata e un fremito m' assale,
mi avvolge un' onda di piacer sovrano
quando vengo stringendo il trionfale
                                manubrio in mano.

Io son beata allor che fra le gambe
sento il rigido ordigno e in quegli istanti
tendo le coscie e l' agitar d' entrambe
                                      lo spinge avanti.


NEL SETTECENTO

Mormora l' arpa toccata in sordina
lento un motivo che par minuetto.
Lenta la dama danzante s' inchina,
tutta eleganza, sussiego e belletto.

Di nei segnata la pelle argentina
mandu un profumo sottil di zibetto:
sotto una nebbia di candida trina
ansano  i bianchi segreti del petto.

Danza e sul molle tappeto trascina
la ricca veste ed il piè piccioletto
col portamento d' altera regina.

Tutti scoraggia col rigido aspetto,
con l' occhio pieno di calma divina,
e lo staffiere l' attende nel letto.


LA COMMISSIONE


venerdì 7 settembre 2018

LA BALLATA DELLE STAGIONI

Cari amici,
a partire da oggi inizio la pubblicazione delle poesie contenute nel mio ultimo lavoro intiiolato " LA BALLATA DELLE STAGIONI,"
Alcune di queste 24 poesie sono già state pubblicate su questo blog, mentre altre sono inedite,
Se poi qualcuno vorrà scaricarle potrà farlo a breve in versione Pdf ( in fase di ultimazione ).
Spero con questo lavoro di far cosa gradita ed utile a sollevare lo spirito dei miei lettori e di riceverne il plauso e, prchè no ?, anche qualche critica e suggerimenti da chi vorrà darmene.
Un caro saluto                  Valter Rella


LA BALLATA DELE STAGONI

I  nizio la ballata dall' INVERNO,
n  oi l' conosciam ei breve ha il giorno,
v  este di bianco l' aria tutt' intorno
e  gelo e neve gli fan da contorno,
r  egna silente nelle bianche valli,
n  ei boschi, pei sentieri e nelle calli,
o  gni creatura trema, nella pelle.

P  er salutar soave PRIMAVERA,
r  isvegliasi per tempo la natura
i  n verde, la campagna s' è vestita,
m entre pallido sol gioia saluta,
a  mor cerca la dolce donzelletta,
v  ede un garzone, nella via l' aspetta
e  le dedica dolce serenata,
r  ose e viole han l' aria profumata,
a  nche gli uccelli fanno grande festa.

È  calda l' aria, torrida, l' ESTATE,
s  ole cocente brucia per le strade,
t  utti cercan, nell' ombra, refrigerio ,
a  nche il viandante vuol trovar riparo,
t  ra boschi e siepi, sonnecchia la natura,
e  canta la cicala, fino a sera.

A  sera fresco senti già, l' AUTUNNO,
u  n venticello giunge là, dal mare,
t  ra i rami, or gialla chioma pare,
u  na foglia in terra, ecco, già cade,
n  ei tini senti il mosto che gorgoglia,
n  ebbia nei boschi, su dai clivi, sale,
o  r la natura, sembra quasi spoglia.
                                                                     Valter Rella




mercoledì 25 aprile 2018

25 APRILE

                                                                   25 APRILE
                                                      FESTA DI LIBERAZIONE


lunedì 9 aprile 2018

IL DUBBIO

                                                                       ???


                        MAH!..... SE NON POSSO LEGGERE QUESTO NUMERO
                                   COSA ME LO HANNO VENDUTO A FARE ?

venerdì 6 aprile 2018

RINASCITA

APRILE 1947

Lo storico partito della sinistra Italiana, il P.C.I., aveva come giornale ufficiale il quotidiano L' UNITÀ, che dal 12 febbraio 1924 fino al 1 agosto 2017 con varie peripezie e 3 chiusure e successive riaperture, informava i propri lettori sulla vita politica del paese Italia.
Nel 1944 Il Partito Comunista Italiano affiancò al quotidiano, che iniziava ad uscire dalla clandestinità, con una pubblicazione mensile, divenuta successivamente, nel 1962, settimanale, chiamata " LA RINASCITA ".
Lo scopo di Rinascita era quello di fornire agli operai, e non solo, una cultura politica che servisse alla loro evoluzione sociale e politica.
La Rinascita, divenuta successivamente " Rinascita " iniziò le proprie pubblicazioni nel mese di giugno del 1944 a 20 anni esatti dalla nascita del quotidiano.
La casa editrice Editori Riuniti, nata nel 1953 dalla fusione di due case editrici vicine al P.C.I., la " Edizioni Rinascita " e la " Edizioni di cultura Sociale ", nel 1974, in occasione del trentennale della rivista Rinascita, pubblicò alcuni volumi con diverse annate della rivista stessa in esclusivo dono agli agli abbonati.                                               
MARZO 1946
Tali ristampe, oggi introvabili, furono pubblicate, una per anno all' esatta scadenza trentennale delle prime pubblicazioni.
Rinascita, che nel 1974 vantava una tiratura di circa 25.000 copie settimanali che la ponevano all' apice delle pubblicazioni concorrenti, cessò le pubblicazioni nel 1991; quando il P.C.I. si trasformò in P.D.S.ed accumulava perdite per importi pari a 3 miliardi di Lire l' anno.
Fra i collaboratori,  Rinascita, annoverava firme quali Guttuso, Purificato, Picasso, Cassinari ed altri,  per i disegni, Togliatti, Vittorini, Pietro Nenni, Alvaro, Bobbio,Pavese, Natalino Sapegno e tanti altri nomi non meno famosi, per i testi.
Fra i direttori della testata ( che nei 47 anni di vita del periodico furono 12) possiamo ricordare Togliatti, Pajetta, Reichlin, Alberto Asor Rosa.
Fra i tanti meriti del P.C.I. possiamo sicuramente accordargli l' aver diffuso fra i propri militanti una cultura politica e sociale
che  è servita ad elevare le conoscenze e l' autostima di intere

GENNAIO/FEBBRAIO 1946
generazioni di operai fornendo loro occasioni di lotta per riscattare la propria dignità di esseri umani ed un rispetto da parte di chi invece voleva solo mantenere situazioni di potere che facevano loro comodo.
Purtroppo con l' andare degli anni l' aver trasformato il partito operaio in un partito che si è via via sempre più allontanato dalle proprie radici e dalla propria vocazione; dopo aver colpevolmente modificato i propri obiettivi a favore delle classi borghesi ed elitarie e dedite principalmente alla conquista di sempre maggiori fette di potere, il P.C.I. poi P.D.S. ed ancora D.S per poi diventare l' attuale P.D., ha perso qualunque contatto con i propri elettori e con la realtà di una classe operaia sempre più abbandonata a se stessa e senza più una guida,
Alla fine il partito operaio che rappresentava la sinistra Italiana  è oggi ridotto ad essere ostaggio di gente che sta completando l' opera di distruzione e di dispersione delle ceneri di quello che fu un glorioso partito che ha affrontato regimi, clandestinità, movimenti partigiani e lotte a difesa ed in favore dei diritti dei lavoratori e che ha contribuito alla stesura della COSTITUZIONE ITALIANA .

Visualizzazioni totali

Archivio blog