sabato 29 dicembre 2018

LI CULACCHI TE PAPA CALIAZZU


                                                   PAPA CALIAZZU
                                      in un' immagine conservata a Lecce 
                              presso il museo provinciale S. Castromediano



LA GRAZIA TROPPO PRESTO

Siccomu ia parecchiu tiempu ca nu cchiuia, lu prevete te lu Miscianu urganizzau nnu trituu te prechiera cu supprica Santu Iscenzu cu ffazza la crazzia cu ffazza catire te ncielu nnu picca te acqua.
Pe stu fattu, nvitau papa Caliazzu cu bbascia lla chiesia e cu ffazza nna preteca allu santu cu ddummanda sta crazzia.
Papa Caliazzu sciu e ffisce la preteca; comu spicciau ncignau a cchioere a celi pierti e nu lla sipcciaa cchiui; pe stu fattu papa Caliazzu ncignau sse lagna:
“ Ohimmena, à ncignatu a cchioere e nun mbole lla spiccia e nu mmaggiu purtata mancu la mbrella e aggiu ffare tanta strata. Ci lia saputa ia fatta nna preteca cchiù curta “.
Lu prevete te lu Miscianu ca lu sta ssentia, ni tisse :
“ Ma cce sta tisci papa Caliazzu ? “.
“ Nu bbiti – respuse papa Caliazzu – ca santu Iscenzu cu ffazza chioere sa scerratu ca ieu stau fore te casa ? “. 

LA GRAZIA - TROPPO PRESTO

In un lungo periodo di siccità, il prete di Miggiano organizzò un triduo di preghiera per supplicare san Vincenzo di fare una grazia e far piovere.
Invitò perciò anche papa Galeazzo presso la sua chiesa perchè facesse una predica chiedendo la grazia.
Papa Galeazzo si recò dunque a Miggiano e fece la predica; appena questi finì, iniziò un forte temporale e pareva proprio che non volesse proprio smetterla perciò papa Galeazzo iniziò a lamentarsi :
" Ha iniziato a piovere e non vuole più smetterla, non ho portato neanche l' ombrello e devo fare tanta strada. Se l' avessi saputo avrei fatto una predica più corta ".
Il prete di Miggiano, nel sentirlo gli chiese :
" Ma cosa dici papa Galeazzo ? "
" Non vedi - rispose papa Galeazzo - Che san Vincenzo, per far piovere si è dimenticato che io sono fuori casa ?. 

mercoledì 26 dicembre 2018

L' EROTISMO FRA ARTE E POESIA



Di umili origini, Pietro Aretino, questo almeno il suo nome d' arte che amò definirsi figlio di " cortigiana con animo di re ", ci tenne a nascondere il suo vero nome e le sue origini, si dice fosse nato nella notte del 20 aprile 1492 ad Arezzo, probabilmente figlio di un ciabattino.
Trasferitosi a Roma nel 1517, per studiare pittura, esordì nel 1522 in campo letterario con le  Pasquinate, opere satiriche ispirate al celebre Pasquino, che gli costarono un esilio durato fino al 1523.
Nel 1525 scrisse i Sonetti lussuriosi, opera a sfondo erotico che gli costò varie censure ed il definitivo allontanamento da Roma, a causa di un attentato che subì con la complicità del clero, e i Dubbi amorosi, dei quali tratterò ampliamente in seguito.
Sodomita per sua stessa ammissione, ebbe un temporaneo innamoramento per una cuoca passando così provvisoriamente dai ragazzi alle ragazze.
Negli anni '70, con l' avvento della serie cinematografica dedicata all' erotismo decameronico, gran parte dei film prodotti fu ispirata alla sua opera; riporto qui solo qualcuno dei 14 titoli da lui ispirati :
...E si salvò soltanto l' Aretino Pietro con una mano davanti e l' altra dietro "
" Fiorina la vacca "
" Novelle licensiose di vergini vogliose ".
Paolo Giovio, un vescovo cattolico, scrisse l' epigrafe satirica qui riportata:
                              " Qui giace l' aretin, poeta tosco,
                                che d' ognun disse mal, fuorchè di cristo
                                scusandosi col dir -  non lo conosco! - ".

DUBBI AMOROSI

      Prefazione
      Manifico utriusque ser Agnello,
      voi, qui scribere scitis quare, quiae
      spesse volte fate col cervello
      di Bartolo e di Baldo notomia
      e le leggi passate col crivello
      nella vostra bizzarra fantasia,
      questi dubbi, di grazia, mi chiarite,
      ch'oggi in bordello han mosso una gran lite.
          
          Dubbio I
          Porzia fedel s'avea fatto chiavare
          molt'anni col consenso del marito,
          ma perché non potè mai figli fare,
          ell'era da ciascun mostrata a dito:
          un astuto villan fece chiamare
          e fe' di figli un numero infinito;
          or il marito l'ha per vituperio,
          utrum possa accusarla d'adulterio?
          Risoluzione I
          La legge adulter singulare, testo,
          dice ad legem Juliam de adulterio:
          quando il marito non accusi presto
          la moglie, che gli fa tal vituperio
          e sa ch'ella molt'anni in disonesto
          modo si dà con altri refrigerio,
          più non la può de crimine accusare
          e a tutta briglia si può far chiavare.
          Dubbio II
          Aveva la Martuzza un giorno tolta
          la medicina e non potea cacare;
          ond'ella avea dolor e pena molta
          e quasi tutta si sentia crepare.
          Talché temendo di restar sepolta,
          un grosso cazzo in cul si fe' cacciare:
          guarì, ma nel guarir gustò sapore.
          E' tenuta di dirlo al confessore?
          Risoluzione II
          Tutti i canoni voglion ch'il peccato
          se non è volontario non si stima,
          e che l'uomo non può dirsi dannato
          se non vende a Satan se stesso prima;
          unde, quicumque sit, non è obbligato:
          decima quinta, quaestione prima,
          concludo ch'è peccato veniale
          e dirlo al prete poco o nulla vale.
          Dubbio III
          Avea la Panta, da bisogno astretta,
          concessa la sua potta a un giovin saggio,
          il qual trovò la via non molto stretta.
          Né potè asciutto andar per il viaggio.
          Ei mutò strada e andò per la più netta
          e dell'altrui domin prese l'omaggio.
          Ha l'altrui possession egli turbata
          e questa via dev'essergli vietata?
          Risoluzione III
          La costumanza della terra mia,
          scritta de servitude et in latino,
          vuol a chi del passar non ha la via
          sia costretto di dargliela il vicino;
          e così ancora se distrutta sia
          per strano caso o per voler divino.
          Itaque dico che non fece male,
          perché la via dee aver più vicinale.
          Dubbio IV
          La Doralice a un medico promese
          dargli una chiavatura a tutto pasto
          se guarito le avesse il mal francese,
          che il fegato e 'l polmon le aveva guasto.
          Quel fe' tutta la cura a proprie spese,
          ma alfin lei si morì fra quel contrasto.
          Tenetur ne la figlia, come erede,
          dargli la chiavatura ch'egli chiede?
          Risoluzione IV
          Messer Matteo deciso ha questo punto
          e vuol che tai promesse non sien vane,
          quand'egli a centotrentatré fu giunto
          delle sue decisioni sovrumane;
          ove vuol che promissio del defunto
          obblighi quell'erede che rimane;
          unde tenetur filia, ut volunt jura,
          di dargli la promessa chiavatura.
          Dubbio V
          Un moro avea bisogno d'un ducato
          e ad interesse lo volea pigliare;
          ad Isabella Padoana andato,
          che a questo modo ne solea prestare,
          l'ebbe con patto scritto che cacciato
          le avesse in cul, fin che l'avea a pagare,
          un cazzo, ch'egli avea fuor di misura.
          Questa convenzion può dirsi usura ?
          Risoluzione V
          Chi dell'impresto sol riceve prego
          l'usura è ben dover perché si parta:
          ma in questo caso che sia usura nego,
          perché con l'infedel si fa la carta.
          In capitolo ab illo questo allego,
          decima quinta, quaestione quarta,
          ov'è che il Papa usura far concede
          con quelli che non son di nostra fede.                     
          SEGUE   

lunedì 24 dicembre 2018

PROVERBI E INDOVINELLI SALENTINI

                                                       
    PRUERBI                                                      PROVERBI

A carcere, spitale e campusantu,           In carcere, ospedale e cimitero,
tutti tenimu nna chianca                         tutti abbiamo un posto

A ccasa stringi,                                       In casa economizza,
a jaggiu spiendi,                                     in viaggio spendi,
a mmalatia spandi.                                 In malattia esagera

A ccinca nu piace la scorza,                  A chi non piace la buccia, 
a ccinca la muddhrica.                          a chi la mollica,                
accinca la ncummatura te lu pane.       a chi la crosta del pane.

A tece nu fface.                                      Adieci (anni) non fa,
a bbinti nu mbole,                                  a venti non vuole,
a trenta nu ppote.                                  a trenta non può.

A fame , pane,                                       A chi ha fame dai pane,
a ssite, acqua,                                       a chi ha sete offri da bere
a ssennu, liettu.                                     a chi ha sonno un letto.                                                         

mercoledì 19 dicembre 2018

L' EROTISMO NELL' ARTE E NELLA POESIA

Sebbene fortemente criticato all' esposizione del 1819 del SALON, perchè non rispettava le reali proporzioni di un corpo femminile, La grande Odalisque, riscosse notevole successo negli anni seguenti ed oggi è menzionato dal quotidiano the Guardian fra le 10 migliori opere mai realizzate .



Non so fino a qual punto possa essere annoverato quale poeta erotico  Valerio Catullo, celebrato poeta latino fra i più grandi.
Più che poesia erotica, i suoi turpiloqui, erano inventive rivolte ai suoi detrattori che cercavano di sminuirne l' immagine.
Ma anche nei confronti della donna celebrata quale suo grande amore, Lesbia (accusata da Cicerone di essere l' assassina del marito,  nel discorso Pro Caelio), Catullo non usa forme o vocaboli delicati, come vediamo nei versi di:

XLII ADESTE HENDECASYLLABI ( venite endecasillabi )

Adeste, hendecasyllabi, quot estis
omnes undique, quotquot, estis omnes.
Iocum me putat esse moecha turpis,
et negat mihi vestra redditura
pugillaria, si patis potestis.
Persquarum eam, et reflagitemus.
Quae sit, quaeritis illa, quam videtis
turpe incedere, mimice ac moleste
ridentem catuli orem Gallicani.
Circumsistite eam, et reflagitate,
" Moecha putida, redde codicillos,
redde, putida moecha, codicillos ".
Non assis facis ? o lutum, lupanar,
aut si perditius potes quid esse.
Sed non est tamen hoc satis mutandum.
Quod si non aliud potest, ruborem
ferreo canis exprimamus ore:
conclamate iterum altiore voce
" moecha putida, redde codicillos,
redde, putida moecha, codicillos ".
Sed nil proficimus, nihil moventur.
Mutandas ratio modsusque vobis,
siquid proficere amplius potestis:
" pudica et proba, redde codicillos ".

VENITE ENDECASILLABI

Venite,. endecasillabi, tutti quanti,
voi che siete ovunque e voi tutti ovunque siate,
mi prende in giro, è una turpe puttana
e mi nega la vostra restituzione,
potete sopportarlo ?
perseguitiamola, ed assilliamola
chi sia, vi domandate? ella, la vedete
dal turpe camminare sguaiato e molesto
sfacciatamente ridendo come gallico cane.
Circondatela e urlate :
" Brutta puttana, restituisci i versi,
rendi, brutta puttana, i versi ".
Non te ne frega ? o melma di postribolo
o se puoi essere ciò che di più sporco,
ma sebbene tutto ciò che appare,
potresti, se non te ne frega, arrossire
bocca schifosa di cagna:
Urlate con voce ancora più alta
" Brutta puttana, restituisci i versi,
rendi, brutta puttana, i versi "
ma a nulla giova, niente si muove.
Cambiate voi la forma ed il modo
se voleste aver più ampio successo :
" Pudica e casta, restituisci i versi ".

LIV BONONIENSIS RUFA ( la rossa bolognese )

Bononiensis rufa rufulum fellat
uxor Meneni, saepe quam in sepulcretis
vidisti ipso rapere de rogo cenam,
cum devolutus ex igne prosequens panem
ab semiraso tunderetur ustore.


Qui notiamo il doppio senso di rufulus, infatti questo termine ha due significati;  rossiccio ( inteso di capigliatura ), ma i rufuli erano anche tribuni militari non eletti dal popolo ma dal console.


LA ROSSA BOLOGNESE

La rossa bolognese succhia il rufulus
(è ) la moglie di Menenio, che spesso
vedeste nelle sepolture ella stessa
rubare dal rogo la cena
appena caduta dal fuoco ed il pane offerto
e il quasi calvo operaio del forno ( crematorio )
la frusta a sangue






EQUITÀ SOCIALE

Da "IL FATTO QUOTIDIANO " di oggi 19 / 12  pag. 15

Dal brano finale del discorso di Mario Draghi del 15 / 12 u.s.al Sant'  Anna di Pisa :

" ..... L' attrazione che esercitano politiche e regimi illiberali si sta diffondendo ..... Il progetto europeo è ancora più importante oggi, solo continuando a fare progressi, a liberare energie individuali ma anche rafforzando l' equità sociale possiamo salvarlo nelle nostre democrazie, con unità d' intenti ".

Bel discorso, infatti le delocalizzazioni, la disoccupazione, l' affaire migranti, il mercato delle vacche a favore degli imprenditori esteri sulle aziende italiane vedi i casi emblematici Pernigotti o Ilva, fanno  proprio parte di quell' equità sociale chiamata anche globalizzazione  che ci permette di acquistare le arance e le olive africane mandando al macero quelle nostrane.

Ma vuoi mettere com' è bello avere un unico centro di potere europeo al posto di tanti piccoli tapini governi sovranisti ?

martedì 11 dicembre 2018

APPUNTI DI VIAGGIO

                                       INCONTENTABILI TORINESI
             POSSIBILE CHE NON AVENDO ABBASTANZA MATERIA PRIMA
                              DEBBANO  RICORRERE AI SURROGATI ?




FONTANE DI......TREVI

NARRA LEGGENDA CHE SE BUTTI UNA MONETINA NELLA FONTANA DI       TREVI A ROMA, COSTRINGERAI IL DESTINO A FARTICI TORNARE
                           
                             IN MANCANZA DI UNA FONTANA SIMILE.......
                  I TORINESI HANNO CREATO L' INGRESSO AI MUSEI........
                                                      ANNUALE


MALA TEMPOPRA CURRUNT

                                        MALA TEMPORA CURRUNT

                                  Dopo le esaltanti esperienze Argentine.
           Che Francesco voglia trovare  un nuovo VIDELA anche per l'Italia ?


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