martedì 13 ottobre 2020

LE STAGIONI NELL' ANTICO EGITTO

 

CURIOSITÀ SULLE STAGIONI

 Illustrazione 1: LA DIGA DI ASSUAN VISTA DAL SATELLITE


Non per tutti l’ anno si divide in 4 stagioni, per gli antichi egizi infatti, l’ anno era suddiviso in 3 stagioni, ciò perché il calendario egizio non seguiva l’ alternarsi di solstizi ed equinozi, bensì le fasi di piena e le esondazioni periodiche del nilo.

Le stagioni, erano dunque suddivise ;

AKHAT = INONDAZIONE che decorreva dal 29 agosto al 26 dicembre, coincideva quindi con le piene e l’ esondazione del sacro fiume

PERET o PROYET = INVERNO o PRIMAVERA, corrispondeva al ritirarsi delle acque del fiume ed alla riemersione delle terre decorre va dal 27 dicembre al 25 aprile

SHEMU = CALORE O RACCOLTO dal 26 aprile al 23 agosto.

Queste stagioni erano quadrimestrali per un totale di 360 giorni pertanto alla fine della stagione Shemu e l’ inizio di Akhat erano aggiunti 5 o 6 giorni detti epagomeni, per poter equiparare l’ anno egizio con quello tropico ( solare ).

Da quando, nel 1970, fu completata la diga di Assuan, il Nilo non ha più la possibilità di straripare, per cui non trasporta più il suo prezioso concime chiamato limo, né i sedimenti preziosissimi per mantenere il delta nel mediterraneo, per questo motivo infatti l’ erosione del delta del Nilo è sempre più evidente e quelle fertili regioni che si avvantaggiavano del limo dovuto alle sue esondazioni, tendono ad impoverirsi sempre più.


Illustrazione 2: IL DELTA DEL NILO



martedì 22 settembre 2020

L' EQUINOZIO D' AUTUNNO


  Equinozio d’ autunno
quest’ anno l’ equinozio d’ autunno, cioe il giorno in cui il giorno e la notte hanno la stessa durata ( 12 ore ) avviene oggi 22/09/2020,ilsole nel suo apparente movimento illumina la sfera terrestre toccando con la sua ellittica, attraverso l’ equatore, entrambi i poli, esso quest’ anno sarà salutato dal passaggio, la mattina del 24/09 di un asteroide del diametro di qualche metro, a circa 27.000 Km dalla terra ecco alcune peculiarità umane di questa ricorrenza;

è il momento in cui l’ alba ed il tramonto avvengono esattamente nei punti est ed ovest dell’ orizzonte;


 è uno dei momenti più suggestivi per chi volesse visitare Stonehenge, uno dei posti magici della terra ;

a Machu Pichu, dove con la sua posizione, la pietra Intihuatana, ancor oggi motivo di studi da esperti di tutto il mondo, indicava agli Inca l’ esatta data degli equinozi di primavera e d’ autunno;

presso i nativi americani, l’ Harvest moon o luna dei raccolti quest’ anno 2020 cadrà il giorno 2 ottobre poiché la scadenza di settembre è troppo vicina con l’ avvento dell’ equinozio d’ autunno;

In Giappone è un giorno di festa nazionale, in quanto appartiene ad un dei 24 Setsubun giorni di transizione e questa festa è chiamata Shuubun No-Hi ;

nel calendario Iraniano, è una festa nazionale chiamata Jashene Mirhagan il giorno della condivisione dell’ amore Zoroastriano, è il 1° giorno del Mehr o della bilancia;

nei paesi del sud est asiatico che usano calendari lunari è la festa di metà autunno, corrisponde al 15° giorno dell’ VIII° mese lunare,poichè non coincide con il calendario gregoriano, la sua ricorrenza è variabile.

Ecco ora cosa inveca rappresentava e rappresenta l’ equinozio d’ autunno in posti geograficamente più vicini a noi :

Secondo la mitologia greca, l’ equinozio d’ autunno era dedicato ad Ade, Demetra e Persefone, esso rappresentava la transizion e fra il periodo della fine dei lavori nella terra, i raccolti ed il sonno invernale;

per i Celti era SAmhain la festa dell’ oscurità o dei morti ( celebrata il 2 novembre ) perchè da questo giorno i giorni divengono sempre più corti

e bui;

più recentemente, nel periodo della rivoluzione francese, L’equinozio d’ autunno rappresentò il passaggio dal calendario gregoriano a quello rivoluzionario e sanciva la fine della monarchia.

sabato 5 settembre 2020

LA CULONNA TE SANTU RONZU


 

  LA CULONNA TE SANTU RONZU

( QUANDU SANTU RONZU ULIA SSE NDIASCIA TE LECCE )


Leggendu lu libbru te la Janet Ross, te lu Capone editore, pubbricatu a Lecce l’ annu 1997 a lingua Italiana, alla paggina 130 ( addu se parla te Lecce ), se cunta nnu culacchiu ca muti nci critenu ncora percene ete nna storia vera, ( pe ccinca se lu recorda ) e mmo bbu lu cuntu.


Era lu noe te febbraru te lu 1799 e ssantu Ronzu se nde stia cuietu, cuietu ddhra ssubbra lla culonna ( ca li bbrindisini nianu rregalata a Lecce ) soa cu ssista li leccesi ca, dopu lu fattu te lu culera te lu 1656 pe deuzzione nianu ntesata, percene, crazzie all’ intercessione soa, ca ia ntise tutte le suppriche te li fedeli soi, e, pe stu fattu, se lletecau puru cu ddiu, Lecce ia stata sparagnata te ddhru male ( osce la chiamamu cristoterapia ma tandu era intercessione te li santi ).

Allora, ddhru ggiurnu a quarche tunu ni inne ncapu lu pensieru cu ntisa, nnanzi lla culonna te lu santu nn’ arberu te la libbertà cu nnu cappieddhru frigiu e la bbandiera te la rivoluzzione francese;

nu ll’ isse mai fattu! ca santu ronzu se ncazzau e, comu nci tissera li prieveti alle bbiatille intra lle chiesie, ggirau la capu te l’ autra parte cu nu bbiscia ddhru scempiu e ntesau lu pete cu sse nd’ iascia ( percene cangiau pensieru nu lla sapimu ), fattu stae ca intiquattrure dopu, muta ggente mbestilita ncanata te li prieveti, sciu alla chiazza e nde menau nterra l’ arberu te la libbertà.

 



LA COLONNA DI SANT’ ORONZO

( QUANDO SANT’ ORONZO VOLEVA ANDARSENE DA LECCE )


Leggendo il libro di Janet Ross pubblicato da Capone editore nel 1997 in lingua italiana, a pag 130 ( dove si parla di Lecce ) si racconta un aneddoto cui molti credono, anche perché è una storia vera ( per chi lo ricorda ) ed ora ve lo racconto:

Era il 9/2/1799 e sant’ Oronzo se ne stava tranquillo, tranquillo dall’ alto della sua colonna ( che Brindisi aveva regalato a Lecce ) a proteggere i leccesi che, dopo la grave epidemia di colera del 1656, avevano per devozione elevato perché, grazie alla sua intercessione avendo ascoltato le suppliche dei leccesi, e, per questo fatto litigò anche con dio, Lecce subì pochissimi danni da quel morbo ( oggi la chiamiamo cristoterapia, ieri era intercessione dei santi ).

Dunque, quel giorno qualcuno ebbe l’ idea di innalzare proprio davanti alla statua del santo un albero della libertà con tanto di cappello frigio e le bandiere della rivoluzione francese; non l’ avesse mai fatto! Sant’ Oronzo s’ innervosì e, come narrarono i preti alle bigotte in chiesa, girò il capo in un’ altra direzione per non vedere quello scempio e sollevò il piede come per andarsene ( perché cambiò idea non ci è dato di saperlo ), certo è che 24 ore dopo una folla inferocita aizzata dal clero, andò nella piazza e distrusse l’ albero della libertà.


 

sabato 15 agosto 2020

Di tutto un po': FERRAGOSTO - DAI CONSUALIA ALL' ASSUNZIONE

Di tutto un po': FERRAGOSTO - DAI CONSUALIA ALL' ASSUNZIONE:   FERRAGOSTO, DAI CONSUALIA ALL’ ASSUNZIONE La tradizione del ferragosto, che la chiesa cattolica usa festeggiare per commemor...

FERRAGOSTO - DAI CONSUALIA ALL' ASSUNZIONE

 

FERRAGOSTO, DAI CONSUALIA ALL’ ASSUNZIONE

La tradizione del ferragosto, che la chiesa cattolica usa festeggiare per commemorare l’ assunzione di ;Maria in cielo, non è propriamenta una festività cristiana, ma ha radici molto più antiche, secondo il calendario Giuliano, Augustus era il nome dell’ ottavo mese dell’anno dedicato appunto al I° imperatore romano, Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto, che volle trasformare l’ antica ricorrenza dei Consualia festa dedicata al dio dei granai e degli approvvigionamenti Conso,che si svolgeva il XXI° giorno dell’ ottavo mese ( october ) in una festività in proprio onore.

Durante i consualia si svolgevano vari tipi di gare e feste orgiastiche che coinvolgevano tutta la cittadinanza di Roma, liberti e schiavi compresi, in quell’ occasione vi era pure l’ usanza di porgere, da parte dei contadini, gli auguri ai proprietari terrieri, nella segreta speranza di ricevere una lauta mancia.

Con la riforma del calendario Numano, Cesare, aggiunse, nel nuovo calendario Giuliano, due mesi luglio ed agosto, a se stesso dedicato, per cui da 10, i mesi dell’ anno diventarono 12 e dicember che dal nome era il decimo mese, si trovò ad essere il 12° pur conservando il nome originale.

Gesare destinò quindi, il mese agosto, sempre conservando la finalità stessa della ricorrenza, ad un mese di feriae da osservare in occasione della fine dei raccolti e dei principali lavori agricoli.

Corse nel Colosseo tra bighe, gare di atletica, combattimenti fra gladiatori per far divertire il popolo e, al motto di panem et circensi, distribuzione gratuita di pezzi di pane al popolo, con cerimonie orgiastiche, immancabili .e quei tempi.

Poichè. Questa ricorrenza era molto sentita dal popolo, e la subentrante azione moralizzatrice della chiesa cattolica non riusciva a cancellarla, dal IV° sec. e.c. fu istituita la festa dell’ assunzione di Maria che Pio XII° dal I° nov. 1950 con la bolla pontificia munificientissimus deus promulgò il dogma cristiano dell’ assunzione.

Potere dell’ infallibilità papale.


mercoledì 5 agosto 2020

SPES

SPES


Nell’ umida mattina, passeggiando,

schiarirsi l’ orizzonte vò guardando,

attendo, come già facevo ieri,

di sciogliere, al sol, i miei pensieri.


Or lì dal mar, vedo giunger aurora,

che sogni e speranze lei colora,

la cupa notte, ecco s’ allontana,

all’ uscio, l’ accompagna, tramontana.


E plumbei, non s’ affannan più timori,

il caldo sole, or coi suoi bagliori

sembra addolcire tutte le mie pene,

che tormentan la mente come iene.


E torna dolce nel doman, speranza

che all’ uomo doni nuova saggezza

non più grida, nè urla di dolore

debban uscire dall’ umano cuore.

lunedì 3 agosto 2020

TINTARELLA DI.....LUNA



























TINTARELLA DI LUNA

Or, qui sotto l’ ombrellone,
che narrare mi sovviene
della gente spensierata,
che accanto s’ è sdraiata.

È pur libera la spiaggia,
e pertanto, che ci piaccia
o ci crei grande sgomento,
nessun fa distanziamento.

Fa il virus grandi feste
e ci passa fra le teste,
con sospiri e starnuti,
ha già tutti contagiati.

Milioni ormai nel mondo,
son caduti già a fondo,
sono pieni gli ospedali,
ed i morti son già tali.

E per gente più tranquilla,
di decider sembra quella,
Soluzione? Solo una,
tintarella ma….. di luna.







mercoledì 24 giugno 2020

SVELATO L' ARCANO

Finalmente svelato l' arcano, perchè Facebok ti fa vedere solo 20/25 contatti fra tutti quelli che hai

FACEBOOK TI FA VEDERE SOLO ED ESCLUSIVAMENTE
 LE PERSONE  " DELLA TUA VITA " a prescindere











giovedì 11 giugno 2020

LI CULACCHI TE PAPA CALIAZZU


SUBBRA LLU CAZZU

Siccomu papa Caliazzu era nnu pruticulu ca scia sempre sfuttendu tutti, a bonsignore ni stia mutu subbra llu cazzu,
Pe stu fattu nnu giurnu ni tisse ll’ arciprevete:
“ Papa Caliazzu se te putia tenire intra lli causi, era finalmente quiddhru lu giurnu ca nu tte eita cchiui “.
Papa Caliazzucussì ni respuse :
“ Bonsignore, ete tantu tiempu ca ieu te tegnu a ddhrai eppure ieu te isciu ogne momentu “.

SULLE SCATOLE

Poichè papa Caleazzo era un tormento, sempre pronto a provocare tutti, all’ arcivescovo era piuttosto antipatico.
A causa di ciò, un giorno disse all’ arciprete:
“ Papa Galeazzo, se potessi tenerti dentro i pantaloni, finalmente da quel giorno non ti vedrei più “.
Al che papa Galeazzo rispose :
“ Monsignore, è tanto tempo che io ti tengo lì. Eppure ti vedo ogni momento “.

domenica 31 maggio 2020

PROVERBI E INDOVINELLI MALIZIOSI SALENTINI

Asu nu ffasce pertusi                                Un bacio non fa buchi
ca se fascia pertusi                                   perchè se facesse buchi
la facce te nna fimmena                           il viso di una donna
era nna rattacasu                                     sarebbe una grattugia

Cazzu, culu e fica                                     Il pene, il sedere  e la vulva
fascenu scerrare la fatica                        fanno dimenticare la stanchezza

L' omu pe nnatura uarda                         L' uomo per natura guarda
le minne e lu culu,                                   il seno ed il culo,
la fimmena pe ddifettu                            la donna per difetto
uarda intra llu brachettu;                        guarda dentro i pantaloni;

INDOVINELLI
1)
Ieni, bbeddhra mia                                   Vieni, bella mia 
ieni cquai, lle manu mei,                          vieni qui fra le mie mani 
te zziccu lu pilu, te fazzu scancare,         ti prendo il pelo ti allargo le gambe,
nziddhru, nziddhru te fazzu culare          goccia a goccia ti faccio colare

2)
Pindinguli, pindinguli pindia                  Penzoloni, penzoloni pendeva
mmienzu ll' anche te lu nonnu mia,        fra le gambe del nonno mio,
scia nni lu toccu, iddhru nu nbulia         andavo a toccarglielo, lui non voleva
pindinguli, pindinguli pindia;                  penzoloni, penzoloni, pendeva

3)
Alla ripa te lu liettu,                               Sulla spon da del letto,
ni la mintu e ni la ncarcu,                      gliela metto e gliela calco,
e tau gustu lla signura                           reco gusto alla signora
quasi pe nnu quartu t' ura.                    quasi per un quarto d' ora.

SOLUZIONI
   
1) La crapa                                            La capra ( mungitura )
2) La curuna ter lu rusariu                    La corona del rosario  
3) La furceddhra te lu saccune             La forcella del saccone *

* Gli antichi letti della cultura contadina erano composti con un saccone che fungeva da masterasso, esso generalmente era riempito con crine ma anche con lana, per eliminare lo schiacciamento del saccone, si usava usare una forcella che dal bordo, infilata nel saccone, si scuoteva perchè vi entrasse l' aria che lo rendeva più soffice; naturalmente quando a sera ci si coricava il peso del corpo rimetteva in breve tempo tutto come prima.

BONOMI E.....


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venerdì 22 maggio 2020

LI CULACCHI TE PAPA CALIAZZU


2 ) SANTA LIBBERATA
Se cunta ca nnu ggiurnu papa Caliazzu fose chiamato allu lietttu te la marchesa te Lissanu ca ia parturire ma nu ttenia lu curaggiu pe ppaura te li tulori te lu partu.
Comu la marchesa idde rriare lu rciprevete ni tisse :
“ Papa Caliazzu miu, famme stu piascire, tinne nna bbeddhra prechiera cu mme iuta cu lla scampu te stu cazzu “.
Papa Caliazzu, comu idde ca lu mundu stia ccussine male paratu, ntesau lu capu a ncielu e bbetendu ca la marchesa a ncapetale tenia nnu quadru te santa Libberata, tisse:
“ Mo à rriatu lu nonu mese, tocca bbiessi marchesinu, ca cquai ssirda te sta spetta- e sciunse poi - 
Mia santa Libberata,
comu dusce la trasuta,
fanne dusce la essuta “.
Comu ntise ste palore, lla marchesa ni inne te ritere ccussì forte ca sgravau a ddo bbotte.


Santa Liberata
Si narra che un dì, papa Galeazzo fu chiamato al letto della marchesa di Alessano che stava partorendo, ma aveva paura dei dolori del parto stesso.
Come vide giungere l’ arciprete, la marchesa gli disse:
Papa Galeazzo mio, fammi questo favore, dì una bella preghiera che mi aiuti a liberarmi da questo problema”.
Papa Galeazzo, vedendo i timori della marchesa, alzò gli occhi al cielo e, vedendo sulla testiera del letto un’ effige di santa Liberata, disse :
È giunto il nono mese, devi uscire marchesino che tuo padre vuol vederti – e aggiunse
-Mia santa liberata,
come dolce fu l’ entrata,
fa che dolce sia l’ uscita “.
Nell’ udire queste parole alla marchesa venne da ridere tanto forte che partorì immediatamente.



sabato 16 maggio 2020

LODEVOLE INIZIATIVA


LI CULACCHI TE PAPA CALIAZZU


Se don Galeazzo, arciprete vissuto in Lucugnano ( Le ) intorno al XVII sec. c.a. sia realmente esistito, non ci è dato di sapere; ciò che interessa è quanto narratoci dai nostri nonni sull' arguzia e le facezie di un prete di campagna che autori e narratori hanno ritenuto importante porre alle stampe.
L' immagine qui riportata è custodita presso il museo provinciale di Lecce.
Il famoso proverbio " Scarpe grosse e cervello fino " calza su misura al nostro mondo contadino nel quale il nostro eroe, se da un lato abbraccia la sua missione sacerdotale di arciprete in una piccola comunità di campagna in agro di Tricase, dall' altro è autentica espressione di quel mondo rurale stesso fatto di una cultura non acquisita sui banchi scolastici, ma nel duro lavoro nei campi,  nel porsi rispetto a persone con maggiore cultura e scolarizzazione nella continua lotta per la sopravvivenza e nel difendersi dagli attacchi poco disinteressati di chi cercava di curare i propri interessi a scapito di altri.
Domenico Galeazzo si pone nel mezzo di queste contese, curando i propri interessi sia nei riguardi dei suoi superiori ecclesiastici, e non solo, che verso il popolo di cui curava le anime.
Durante il corso dei secoli, agli iniziali aneddoti relativi a papa Caliazzu se ne sono aggiunti tanti altri e , poichè il personaggio è ancora molto noto ai nostri giorni, sicuramente altri se ne aggiungeranno ancora.

LA CUCUZZA TE LU BBARONE

Nnu ggiurnu lu bbarone te Lissanu cuntau lli amici te quandu, passandu nnanzi ccasa a nnu ellanu idde susu nnu parite ccerte cucuzze ca l' ellanu ia mise ddhrai cu siccanu, bbeddhre rosse e russe.
Fenca ca le sta uardaa lu ientu nde fice catire una ca ni rriau nacpu e catendu se spaccau a ddoi.
Papa Caliazzu nu sse putiu trattenire e fisce finta ca nu ia capitu pe quistu tisse:
" Scusa BBarone, ma quale te le ddo cucuzze se spaccau " ?


La zucca del barone
Un giorno il barone di Alessano narrò agli amici di come, passando nei pressi della casa di un contadino, notò su un muro delle zucche messe lì a seccare, erano belle grosse e rosse.
Mentre le ammirava il vento, ne fece cadere una che gli urtò la testa e cadendo si spaccò in due.
Papa Galeazzo non potette trattenersi e, fingendo di non aver capito, chiese :
“ Scusa barone, ma quale delle due zucche si ruppe “ ?






























martedì 5 maggio 2020

PROVERBI E INDOVINELLI MALIZIOSI SALENTINI





LA MUGGHIERE  ( la moglie )

Megghiu puttana, ca figghia te puttana    
                                                Meglio puttana, che figlia di puttana

Lu megghiu spusaliziu ete quiddhru
                fra nna muta e nnu surdu
                                                Il miglior matrimonio è quello
                                                fra una muta ed un sordo

Beddhra sci me pigghi  a mie campi felice,
           mazzate a quantità senza mangiare
                                                Bella se prendi me vivi felice
                                                botte in quantità e niente cibo

Sinti uecchi niura, nasicchiu mprufalatu,
           e li musi toi suntu mmelemmanna
                                               Hai gli occhi neri e il nasino profilato
                                               e le tue labbra sono miele e manna

Megghiu bbiessi schiavu te lu tiaulu
                            ca te nna fimmena
                                                meglio esser schiavu del diavolo,
                                                che di una donna

INDOVINELLI

Te nnu parmu la ulia,                                  di un palmo la vorrei,
intra llu busciu la mentia,                           nel buco la metterei,
ete tutta sustanza                                       è tutta sostanza
e nni inche la panza;                                   e ci riempie la pancia;

Alla via te Sternatia,                                   Lungo la via per Sternatia,
ieri cchiai la bbeddhra mia,                        ieri trovai la mia bella,
ni la iddi e la tuccai,                                   gliela vidi e la toccai,
era pilusa e lla lassai;                                 era pelosa e la lasciai;

Tegniu nna cosa liscia,                                Ho una cosa liscia,
la zziccu mmanu e piscia;                           La prendo in mano e piscia;

SOLUZIONI

1 ) La furcina                                               La forchetta
2 ) La menuncheddhra                                La poponella
3 ) La bbuttija                                              La bottiglia













domenica 3 maggio 2020

GIOIA DI MAMMA


Dopo che, di eros. alla lusinga
che dolcemente i sensi infiamma.
fu dell’ amore che i cuor appaga,
a darti nuova gioia, l’ esser mamma.

Nuova dolcezza, sul tuo viso, fiorì
e mentre già in cuore tuo pensavi
dolce luce il tuo sguardo addolcì
e nuove sensazioni già provavi.

E forte, la paura che il dolore,
del dare alla luce nuova vita,
non ti recava mai alcun orrore.

Ma una gioia sempre più avita
usciva dal profondo del tuo cuore,
donando, felicità infinita.

martedì 14 aprile 2020

COVID 19



CORONA VIRUS

Ete nnu mese ca stau chiusu ccasa,
sine! essu ogne tantu pe lla spesa,
ma nu mme pozzu nnu picca svacare
stae tuttu chiusu. Cce nci pozzu fare ?

Ogne mmatina a llautra è listessa,
senza cafè e senza pasticciottu
senza nnu bbarra cu uardu nnu ggiurnale,
stu cazzu te virus propiu me l’ à ruttu

Quandu passu nnanti a nnu bbarra
puru ca isciu chiusa la serranda
sentu ddhra beddhra ndore te cafè
e llu profumu te lu pasticciottu.

L’ autra matina quannu me ddescetai
dopu ca mia ntesatu e mmia llaatu,
essii te casa cu bbau allu barra
ca stia chiusu me ndia propiu scerratu.

Scii allu bbarra te la bbenzina
ma sta bbendia sulu sigarette
e nci rimasi propiu tunta bruttu
ca quasi quasi me ssentia fiaccu.

Te quandu stu virus rumpe le palle
e cu llu Conte, ca nu ccunta palle,
a tutti nà dittu ca ccasa amu stare
te tanta pascenzia n’ amu armare.

Mo stau ssettatu nnanti llu computerre
te la matina fenca lla sira
la panza crisce cu lla malesciana
e nu mme coddhra mancu a camenare

Cce b’ aggiu tiscere tocca mme rresorvu
cu ffazzu quarche cosa, cu mme mmou !
tocca ntisu lu culu te sta seggia
senò a cquai murimu ma pe rraggia.


FONTANATE 2


domenica 12 aprile 2020

RONDINI


RONDINI

È variopinta già la mia campagna
è alta, delle graminacee l’ erba
coi suoi colori, dolce, m’ è compagna,
natura, mai di sorprese acerba.

Ed ecco che saettar nel cielo vedo
neri voli, che giungon lì dal mare
e garriti di rondini io odo,
che rallegran la vista e l’umore.

Or d’ Aprile il sole già risplende
e tenero, al caldo suo abbraccio,
lì sulla spiaggia son, vicino l’ onde.
Ed a silente pace, io soggiaccio.

E come nudo fior che sue corolle
apre, per goder quei caldi raggi
sdraiato son, qui sulla calda rena
mentre oblio avvolge il mio pensier.

sabato 25 gennaio 2020

Di tutto un po': L' EROTISMO NELL' ARTE E NELLA POESIA

Di tutto un po': L' EROTISMO NELL' ARTE E NELLA POESIA: PER RISVEGLIARE LE FANTASIE EROTICHE DELLE SIGNORE Sicuramente, al di là della perfezione delle forme e delle proporzioni delle due ...

L' EROTISMO NELL' ARTE E NELLA POESIA

PER RISVEGLIARE LE FANTASIE EROTICHE DELLE SIGNORE


Sicuramente, al di là della perfezione delle forme e delle proporzioni delle due opere qui raffigurate; i David di Donatello e del Michelangelo che rappresentano l' eroe biblico in due momenti della vita, giovane uomo quello realizzato dal Michelangelo superando i problemi qualitativi che il blocco di marmo ( più scadente nella parte sinistra ) imponeva, mentre notiamo che il David di Donatello, opera realizzata in bronzo, e di dimensioni più ridotte ( la statua è infatti alta 158 cm. ) che lo rappresenta con caratteri quasi infantili.
Per tornare al David di Michelangelo, generalmente riconosciuta come l' opera perfetta per eccellenza, ricorderò quanto detto da Giorgio Vasari :
" Veramente che questa opera ha tolto il grido a tutte la statue moderne et antiche, greche o latine che esse si fossero "

Per completare l' opera, oggi dedicata tutta al gentil sesso, citerò l' autrice erotica di Castelfranco Veneto, Patrizia Valduga, autrice fra l' altro di un volume intitolato " Poesie Erotiche " edito da Einaudi o del volume ( da cui sono tratti i versi sotto riportati ) La Tentazione Crocetti 1985
" E QUANDO FIGA E TESTA SONO PRONTE "

MA SE OGNI NOTTE

.....Ma se ogni notte di passi e rintocchi
volevi la mia mano fra le cosce.....
Come sono, mio dio, gli uomini, sciocchi.....

VIENI

Vieni, entra e coglimi, saggiami, provami.....
comprimimi discioglimi tormentami.....
infiammami programmami rinnovami.
Accelera.....rallenta.....disorientami.

Cuocimi bollimi addentami.....covami.
Poi fondimi e confondimi.....spaventami.....
nuocimi, perdimi e trovami, giovami.
Scovami..... ardimi bruciami arroventami.

Stringimi e allentami, calami e aumentami.
Domami, sgominami poi sgomentami.....
dissociami divorami.....comprovami.

Legami annegami e infine annientami.
Addormentami e ancora entra.....riprovami.
Incoronami. Eternami. Inargentami.

venerdì 24 gennaio 2020

Di tutto un po': LAMENTO IN MORTE DI UN CIPRESSO

Di tutto un po': LAMENTO IN MORTE DI UN CIPRESSO: In questa dolce radiosa mattina in un gennaio davver molto mite, triste il cuore, l’ anima in pena, per la na...

LAMENTO IN MORTE DI UN CIPRESSO




In questa dolce radiosa mattina
in un gennaio davver molto mite,
triste il cuore, l’ anima in pena,
per la natura, dell’ uomo violenta.

Tu eri là, da immemore tempo,
t’ han sradicato così, in un lampo,
sacrilega mano, ferite recava
ed al tuo corpo dolor procurava.

Inerme subivi passivo l’ onta
più non vedrai il sol che tramonta,
alto, maestoso al cielo volgevi
la tua chioma orgoglioso mostravi.

Ora di te resta solo ricordo,
per quest’ azione d’ un uomo balordo
a cui tu non recavi alcun male
ma su di te, infieriva, quel tale.

Ora quel verde che all’ uom reca gioia
e la tua ombra che mai diede noia,
e pur l’ ossigeno che ci fornivi
solo ricordo, il ben che facevi.

Forse nessuno udrà il lamento
chescaturiva dal tuo cuor sgomento,
ma il dolore al cor m' arrivava
una lagrima, dagli occhi, sgorgava.

lunedì 20 gennaio 2020

PROVERBI E INDOVINELLI MALIZIOSI SALENTINI

MODI DI DIRE

Puru le acche niure facenu lu latte jancu
                                   Anche le mucche nere fanno il latte bianco

Puttane rritirate, surdati congetati e preti spugghuati,
rimanenu sempre comu su stati
                                   Prostitute che non eaercitano più, soldati congedati
                                   e preti che non vestono più l' abito talare,
                                   restano sempre com' erano prima

Carusa bbeddhra e pulita, senza tote se mmarita
                                    Rqgazza bella e onesta, si sposa anche senza dote

La ecina ete serpente, se nu tte ite te sente
                                    La vicina è come il serpente, se non ti vede, ti sente

A becchi e furestieri, le ncueddhri comu uei
                                     A vecchi e forestieri le dici ( le frottole ) come vuoi

INDOVINELLI

Lu monecu te sant' Anna nde  purtaa menza canna,
e la moneca chiangia, ca cchiù llonga la ulia
                                     Il monaco di sant' SAnna ne portava mezza canna
                                     e la monaca piangeva che più lunga la voleva

Sane o rutte, le fimmene lu tenenu tutte
                                      sane o rotte, le donne lo hanno tutte

La schiuppetta temesciu Tummasi
spara prima lli carcagni,
poi lle puntwe te li nasi
                                      Lo schioppo ti maestro Tommaso
                                      spara prima ai talloni,
                                      poi alle punte dei nasi

SOLUZIONI

1) La corona del rosario
2) Il ditale
3) il peto  

giovedì 16 gennaio 2020

Di tutto un po': PROVERBI E INDOVINELLI MALIZIOSI SALENTINI

Di tutto un po': PROVERBI E INDOVINELLI MALIZIOSI SALENTINI: A casa bruciata mintinci fuecu                                                                                         A casa incendiata ...

PROVERBI E INDOVINELLI MALIZIOSI SALENTINI

A casa bruciata mintinci fuecu                                           
                                             A casa incendiata metti fuoco

Mangia a gustu tou,
iestite a gustu te l' autri
                                             Mangia come preferisci tu,
                                             vestiti come preferiscono gli altri

Sci te ole male, te unge,
sci te ole bbene, te punge
                                             Chi ti vuol male, ti loda
                                             chi ti vuol bene, ti sprona

Li uai te la pignata,
li sape la cucchiara ca li ggira
                                            I guai della pentola,
                                            li conosce il cucchiaio che li gira

Fattela cu lli megghiu te tie
e fancini le spese
                                           Fattela con chi è meglio di te
                                           e pagagli le spese.

NDUINELLI                             INDOVINELLI

Addhu uei cu te lu mintu,
sulla cascia o susu llu liettu?
Ma però cu sciamu bbueni
tocca tte asci li carzuni
                                          Dove vuoi che te lo metta,
                                          sulla cassa o sopra il letto ?
                                          però, per andar bene
                                          devi abbassarti ipantaloni

Don Nicola tene donn' Anna
quandu ole la zzicca susu.
Nna manu ni minte a 'ncanna
e nna manu llu pertusu.
Ddinga ddanga, sutta e susu
                                          Don Nicola tiene donn' Anna
                                          quando vuole la prende in braccio.
                                          Le mette una mano al collo
                                          e una mano sopra il buco.
                                          Dinga danga, sopra e sotto

Au rretu llu liettu
ni la ficcu, ni la spiccu,
dopu nna bbona menz' ura
tau acqua lla signura
                                         Vado dietro al letto
                                         glielo ficco glielo spicco,
                                         dopo circa mezz' ora
                                         do acqua alla signora

SOLUZIONI                       

1) LU CRISTERU                    IL CLISTERE
2) LA CHITARRA                    LA CHITARRA
3) LA COFANA                        IL MASTELLO DEL BUCATO
                  

venerdì 10 gennaio 2020

Di tutto un po': È TUTTA COLPA DI ESOPO ovvero Le scuse di Fedro



LUPUS ET AGNUS                                                   

Ad rivam eundem lupus et agnus venerunt,     
siti compulsi, superior stabat lupus.                     
longeque inferior agnus. Tunc fauce improba
latro incitatus iugurgi causam intulit:
" Cur" inquit" turbulentam facisti mihi
aquam bibenti ?" laniger contra timens:
" Qui possum, quaeso, facem quod quereris lupe ?
a te decurrit ad meos haustus liquor".
repulsus ille veritatis viribus:
" Ante hos sex menses male" ait "dixisti mihi"
respondit agnus: " Equidem natus non eram".
"Pater hercle tuus" ille inquit " male dixit mihi";
atque ita correptum lacerat iniusta nece,

Haec propter illo scripta est Homines fabula
qui fictis causis innocentes opprimunt.

                                                               IL LUPO E L' AGNELLO
                           Presso la stessa riva giunsero il lupo e l' agnello,
                           spinti dalla sete, in alto stava il lupo,     
                            e più lontano, in basso l' agnello, Allora da malvagia
                           bocca incitato trovò una causa per litigare:
                            " Perchè" disse" mi sporchi l'acqua che devo bere ?"
                            Il lanuto, per contro timoroso :
                            " Come posso fare ciò di cui mi accusi lupo ?
                            da te a me scorre l'acqua che bevo".
                            respinto dalla forza di quella verità :
                             " Prima di questi sei mesi" disse " parlasti male di me".
                            rispose l' agnello . " Allora non ero ancora nato".
                            "Tuo padre per Ercole" soggiunse quello " parlò male di me"
                            e afferrato lo sbranò pur essendo nel torto.

                            Questa favola è stata proprio scritta  per gli uomini
                            che con false ragioni opprimono gli innocenti.                    

È TUTTA COLPA DI ESOPO ovvero Le scuse di Fedro



LUPUS ET AGNUS                                                   

Ad rivam eundem lupus et agnus venerunt,     
siti compulsi, superior stabat lupus.                     
longeque inferior agnus. Tunc fauce improba
latro incitatus iugurgi causam intulit:
" Cur" inquit" turbulentam facisti mihi
aquam bibenti ?" laniger contra timens:
" Qui possum, quaeso, facem quod quereris lupe ?
a te decurrit ad meos haustus liquor".
repulsus ille veritatis viribus:
" Ante hos sex menses male" ait "dixisti mihi"
respondit agnus: " Equidem natus non eram".
"Pater hercle tuus" ille inquit " male dixit mihi";
atque ita correptum lacerat iniusta nece,

Haec propter illo scripta est Homines fabula
qui fictis causis innocentes opprimunt.

                                                               IL LUPO E L' AGNELLO
                           Presso la stessa riva giunsero il lupo e l' agnello,
                           spinti dalla sete, in alto stava il lupo,     
                            e più lontano, in basso l' agnello, Allora da malvagia
                           bocca incitato trovò una causa per litigare:
                            " Perchè" disse" mi sporchi l'acqua che devo bere ?"
                            Il lanuto, per contro timoroso :
                            " Come posso fare ciò di cui mi accusi lupo ?
                            da te a me scorre l'acqua che bevo".
                            respinto dalla forza di quella verità :
                             " Prima di questi sei mesi" disse " parlasti male di me".
                            rispose l' agnello . " Allora non ero ancora nato".
                            "Tuo padre per Ercole" soggiunse quello " parlò male di me"
                            e afferrato lo sbranò pur essendo nel torto.

                            Questa favola è stata proprio scritta  per gli uomini
                            che con false ragioni opprimono gli innocenti.                    
















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