giovedì 1 maggio 2014

LA FESTA DI FAUNA

Sicuramente per gli antichi popoli il mese più importante dell' anno, era Maggio, come abbiamo visto, per le popolazioni nordiche, questo mese, rappresentava l' inizio di nuova vita e la vittoria della luce sulle tenebre.
Abbiamo anche visto come per i popoli Italici, i riti in onore della dea Flora, a cavallo fra Aprile e Maggio, con le sue feste di carattere orgiastico rappresentava momenti di gioia di vivere e di rosee speranze per un futuro ricco di speranze affidate ai raccolti della terra, che sono la vera ricchezza del genere umano, feste di prosperità e fertilità caratterizzate da gioia di vivere senza quelle censure e quei limiti morali cui la religione cristiana con i suoi bigottismi e la falsa morale ci ha oggi purtroppo abituati.
Erano feste in cui la natura esprimeva tutto il suo vigore di rinascita e di rigenerazione, purificatorie e portatrici di sana allegria  e la vitalità che esprimevano era quella di popoli che poco conoscevano stoltezze ed aberrazioni, la natura vi svolgeva il suo naturale ruolo.
L' arrivo di Maggio quindi veniva così salutato; era anche il mese che presentava nel suo calendario il maggior numero di feste e di celebrazioni in onore delle varie divinità,
Ai Celti che festeggiavano Beltane ed il Sabbat delle streghe, i Romani contrapponevano la festa di Fauna in concomitanza con i Floralia.
Molto spesso leggiamo che nelle varie mitologie si fa riferimento a divinità femminili definite vergini
bisogna ora chiarire il reale significato di questa definizione, alla quale è stato assegnato un significato distorto del suo reale: Per i popoli antichi, - virgo - ha significato di senza marito mentre - virgo intacta -si riferisce alla verginità fisica così come la intendiamo noi. La chiesa cristiana ha modificato tali significati per giustificare poi il dogma della verginità di Maria, la madre di Cristo.
Fauna è una Dea virgo, anche se poi sarà sposata al dio Fauno Luperco, del quale abbiamo già fatto cenno in altra occasione, chiamata anche la Bona Dea oppure Dea Fatua  ( da fato - quindi fata ), essa era la corrispondente Italica della dea nordica Freya, era la protettrice di tutti gli animali, era una dea dei boschi, un po' dea, un po' ninfa, l' appellativo Bona Dea le era invece riferito dal nome della Grande Madre cui era spesso assimilata; come vedremo, nella mitologia, diversi appellativi tendono ad identificare un solo mito e vengono usati a seconda delle personalità che lo stesso mito rappresenta e, molto spesso, si tende a confondere questi appellativi, che pur riferiti ad un' unica divinità diventano, col passare dei tempi, entità distinte che, a volte, assumono caratteristiche contrastanti fra loro.
La stessa fauna, per esempio, è a volte moglie  o figlia di Fauno, ma è anche sorella e moglie del dio ed a lui legata da un rapporto incestuoso; amante di Eracle ( Ercole ), ha avuto da lui un figlio, quel Latino del quale ci parla Virgilio nell' Eneide padre di Lavinia, sposa di Enea.
Una delle leggende relative a Fauna ci riporta che Fauno, invaghitosi della sua figlia, cercasse di possederla e, non riuscitoci, neppure dopo averla ubriacata la frustasse con dei rami di mirto fino a provocarne la morte, da un'altra leggenda apprendiamo invece che Fauno cercasse sempre di possedere la sorella e, non riuscendoci, si trasformasse il un serpente per portare finalmente a termine il suo incestuoso progetto, un' altra ci narra ancora che Fauna era la moglie fedele di Fauno, abilissima nelle faccende domestiche, che, per non incontrare altri uomini, memore dell' esperienza avuta con Ercole, non uscisse mai dai suoi appartamenti, un giorno vide , per caso, una brocca di vino e si ubriacò, per punirla, Fauno, la frustò con dei rami di Mirto e questo ne causò la morte.
Per queste ragioni nel tempio a lei dedicato  sull' Aventino, era proibito usare il mirto nei suoi riti, come pure il vino e che al suo posto si usasse il latte; i riti in onore di Fauna inoltre, erano ad esclusivo pannaggio femminile, nessun uomo poteva esservi ammesso ed infatti un grande scandalo fu causato da Publio Clodio, che, innamorato della moglie di Caio Giulio Cesare, Pompea, e volendola incontrare lontano dagli occhi indiscreti del marito, si travestì da donna e si intrufolò fra le partecipanti ai misteri di Fauna, fu scoperto e ne seguì un processo dal quale fu assolto, ed una grave crisi politica.
Indispettito da questa usanza, Ercole stabilì che ai riti a lui dedicati presso il grande altare che sorgeva nelle vicinanze, non fossero ammesse le donne.
Oltre che con Bona Dea, Fauna, è spesso identificata anche con Cerere e Cibeledelle quali parlerò nei prossimi giorni.

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