venerdì 25 agosto 2017

L' EROTISMO NELL' ARTE E NELLA POESIA






Non sempre l' immagine fornisce un'idea d ciò che vuol trasmettere.
A volte bisogna anche lavorare di fantasia.

Il " Fiore " è una raccolta di sonetti di autore ignoto che fu presumibilmente scritto fra il 1283 ed il 1287.
Il filologo Gianfranco Contini attribuì quest' opera ad un giovane Dante Alighieri che lo avrebbe scritto durante un suo viaggio in Francia, probabilmente avvenuto fra il 1286 /87.
tutti conosciamo le opere di Dante, ma questa è sicuramente sconosciuta ai più.
Il " Fiore " è la riscrittura compendiosa del poema francese ROMAN DE LA ROSE ( romamzo della rosa );in 232 sonetti di carattere erotico

                                          Sonetto VI l' Amante e lo Schifo

   Partesi Amore su' ale battendo
E 'n poca d' or sì forte isvanio,
Ched 'i no' l vidi poi e no' l udio,
E lui e ' suo soccorso ancor attendo.

   Allor mi venni forte restrignendo
Versso del fior che ssì forte m' ulìo,
E pre cui feci homagio a questo dio,
E dissi :" Chi mi tien ched 'i no' l prendo? " ;

   Sì ch'i' verso quel fior tesi la mano,
Credendolo aver colto chitamente,
Ed i' vidi venir un gran villano.

Con una maza e disse :" Or ti sste a mente
Chi son lo Schifo e si son l' ortolano
D' Esto giardin io ti farò dolente ".

                                              Sonetto VII l' Amante

   Molto vilmente i buttò di fora
Lo Schifo, crudo, fello e oltraggioso;
Si che del fior non cred' esser gioioso,
Se pietate e franchezza no ll' acora;

   Ma prima, credo, converrà ch' eo mora,
Perchè 'l mio cor sta tanto doglioso
Di quel villan che stava là nascoso,
Di cui no mmi prendea guardia quell' ora.

   Or m' à messo in pensiero e in dottanza
Di ciò ched 'i credea ver per certano,
Si ' or' me par d' sser in bilanza.

  E tutto ciò m ' à fatto quello strano;
Ma di lui mi richiamo a Pietanza,
Che venga a lui con lo spunton i' mmano

                                                   Sonetto VIII l' Amante

   Se mastro Argus che fece la nave
In che Giason andò per lo tosone,
E fece a conto reole e ragione
E le diece figure com 'on save,

   Vivesse, gli sarbbe forte e grave
Moltiplicar per ogne mia quistione
C' Amor mi muove sanza mespricare;
E di ciascuna porta eso la chiave,

   Ed allemi nel cor fermate  messe
Con quella chiavicela  ch' i' vò detto,
Per ben tenermi tutte sue promesse:

   Per ch' io a sua merzè tuttor mi metto;
Ma ben vorrei che quando gli piacesse,
Ei m allegiasse il mal che ssi m' à stretto





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