mercoledì 6 settembre 2017

SOGNANDO - Marzo pazzerello


Non puoi mai scordar l' ombrello,
in questo marzo pazzerello,
perciò son qui rintanato,
sotto il portico abbandonato.

Improvviso, rispunta il sole
fra i sorrisi delle viole,
che affacciate alla finestra
fan di se gran bella mostra.

Ecco, ora inonda l' aia,
coi suoi raggi reca gioia
alla ruspante, lesta chioccia
che ha sfidato l' ultima goccia.

E la vita, come d' incanto,
riprende, in questo camposanto,
tutti lieti sotto il sole,
che lor dona il suo calore.

La massaia ed il villano,
al lavoro rimetton mano,
non si deve perder tempo
già si vede un altro lampo.

C'è il grano da concimare,
là, dei solchi fra le righe,
or già spuntan le prime spighe;
perciò presto s' ha da fare.

E cresca bello e rigoglioso,
così a giugno al mietitore
dia da fare un bel lavoro,
e pel mugnaio sia, appetitoso.

Con un fil d' erba nel becco,
già vuol dare l' ultimo tocco
ch' è il nido ormai finito,
ed alla sposa spera, piaciuto;

Saran l' uova da covare
e daranno un gran da fare,
quando nasceran piccini,
tanti bei passerottini.

Sopraggiunge col fragore
del tamburo un gran rullare,
un monello gioca nell' aia
e lo sgrida la massaia.

D' improvviso, cosa  è stato?
quel rullare m' ha destato !
sotto il portico sdraiato,
io mi ero appisolato.

Non puoi mai scordar l' ombrello
in questo marzo pazzerello,
sotto il portico sognavo
ma, col tuono, mi destavo.


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