venerdì 15 marzo 2019

L' EROTISMO NELL' ARTE E NELLA POESIA



Nell' antica Grecia. luogo in cui nacquero le olimpiadi. gli atleti, è risaputo. gareggiavano nudi, senza perciò scandalizzare i bempensanti  contemporanei. Le statue degli eroi classici rappresentano perciò personaggi nudi, il David, il discobolo qui rappresentato, ed altre.
L' armonia delle proporzioni e la perfezione stilistica ne fanno dei capolavori senza tempo; realizzato da Mirone intorno al 455 a.c., il Discobolo era inizialmente in bronzo ma nell' era romana se ne realizzarono diverse copie marmoree che oggi possiamo osservare in diversi luoghi e musei.


I CARMINA PRIAPEA , celebre raccolta di 80 composizioni licenziose ed allegre.
a causa di un' errata attribuzione di Plinio il Giovane che in una lettera descrisse Virgilio come uno dei più validi poeti licenziosi del suo tempo, furono per lungo tempo attribuiti a Virgilio.
Nel Trecento, iniziarono però a sorgere i primi dubbi su quest' attribuzione ed il titolo cominciò ad essere modificato in DIVERSOS AUCTORUM PRIAPEA.
Oggi, i Carmina Priapea vengono attribuiti a Priapo che se non li scrisse tutti, sembra che almeno li cantasse; ammoniscono i ladri a non rubare negli orti o nei giardini, oltraggiano le dame o i pederasti, oppure contengono significativi doppi sensi.

Quam puero legem fertur dixisse Priapus,
Versibus haec infra scripta duobus erit:
" Quod meus hortus habet, sumas impune licebit,
Si dederis nobis, quod tuus hortus habet".

                          Dicono che Priapo, per un fanciullo promulgasse
                          la legge appresso scritta in doppi versi:
                          " Ciò che il mio orto ha, potrai prendere senza timore,                                 se mi darai ciò che il tuo orto ha".

Matronae procul hinc abite castae: 
Turpe es vos legere impudica verba,
Non assis faciunt euntque recta:
Nimitum sapiunt videntque magnam
Matronae quoque mentulam libenter

                             Caste matrone, fuggite via
                             È turpe per voi leggere parole impudiche,
                             Ma non ascoltano, tirano dritto:
                        Ma ben sappiamo che le matrone
                        Guardano volentieri un grosso cazzo.

Cur obscena mihi pars sit sine veste, requiris?
Quaero, tegat nullus cur sua tela deus.
Fulmen habet mundi dominus,tenet illud aperte;
nec dature aequoreo fuscina tecta deo
Nec Mavors illum per quem valet, occultis ensem,
Nec latet in tepido, Palladis hasta sinu.
Num pudet auratas Phoebum portare sagittas?
Cimare solet pharetram ferre Diana suam?
Num tegit Alcides nodosae robora clavae?
Sub tunica virgam num deus ales habet?
Quis bacchum gracili vestem praetendere thyrso?
Quis te celata cum face vidit Amor?
Nec  mihi sit crimen quod mentula semper aperta est:
Hoc mihi si telum desit, inermis ero 

                    Perchè mi dici osceno se appaio senza vesti?
                    Chiedo perchè nessun dio copre le sue armi con un telo.
                    Il signore del mondo ha il fulmine, lo  mostra apertamente                     Il dio del mare mostra il suo tridente
                    Nè Marte stesso col suo valore nasconde la spada
                    Nè Pallade lascia la lancia languirle nel seno.
                    Non si vergogna Febo di mostrare le frecce d' oro?
                    Suole Diana nascondere la sua faretra?
                    Forse Alcide nasconde la sua nodosa clava?
                    L' alato dio cela la verga sotto la tunica?
                    Chi mai vide Bacco coprirsi il corpo.
                    Chi vide Amore nascondere ill volto?
                    Non è per me un crimine avere sempre scoperto il cazzo:
                    Coperto di stoffa, sarei inerme















     


 

















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