giovedì 27 giugno 2013

IL BALLO DI SAN VITO E I TARANTATI

I 14 santi ausiliatori, adorati principalmente nel medio evo, venivano invocati principalmente per risolvere determinati problemi di malattia, o per specifiche necessità; un po' come san Gennaro a Napoli, che viene invocato per le più svariate necessità (san Gennaro, non fa parte dei 14).
San Vito, è uno di questi santi, egli è il santo patrono dei danzatori e degli epilettici, veniva invocato per scongiurare la lettargia ( bisogno continuo di dormire), il morso di bestie velenose o idrofobe ed il ballo di san Vito (corea).
La leggenda narra che prima di essere martirizzato, egli abbia guarito il figlio di Diocleziano, ammalato di epilessia.
Nel 303 d.c. quando Diocleziano decise di perseguitare i cristiani in tutto l' impero, egli, ancora adolescente, fu arrestato e martirizzato.
Non si hanno notizie certe della sua nascita, forse in Lucania, od in Sicilia, forse Mazara del Vallo, nè della sua vita, l' unica cosa che sembrerebbe certa ,sarebbe il suo martirio avvenuto il 15- giugno del 303 d.c. a Vallo della Lucania, un paesino in provincia di Salerno, quando avrebbe avuto 12 o forse 15 oppure 17 anni.
Tutto il resto è solo leggenda tanto che vi sono fondate ragioni per dubitare della sua reale esistenza,
daltronde a distanza di circa 7/800 anni fra l' esistenza e il ricordo dei fatti accaduti, tutto diventa  leggendario, quando non ci sono reali riscontri storici cui affidarsi; il mito aumenta la reale portata degli accadimenti e si spacciano per vere anche le favole narrate ai bambini per farli dormire la notte.
Protegge i muti, i sordi, i danzatori, gli epilettici ed i portatori di corea (una malattia nervosa che dà luogo a movimenti incontrollabili chiamata anche "ballo di san Vito")
La leggenda narra che , dopo aver guarito dall' epilessia il figlio di Diocleziano, questi lo facesse martirizzare perchè Vito non avrebbe voluto sacrificare agli dei.
Vito allora fu immerso in un calderone di pece bollente ( che era di rame, per cui è anche il patrono dei ramai) dal quale uscì illeso; fu gettato fra i leoni che, anzichè sbranarlo, diventarono mansueti e gli si accovacciarono ai piedi leccandoglieli, e poi ancora, assieme a Modesto ( di cui era discepolo) e Crescenzia, furono legati ad un cavalletto e, mentre le loro ossa venivano straziate, la terra cominciò a tremare e, dopo che gli aguzzini erano tutti scappati via, assieme allo stesso Diocleziano, apparvero degli angeli che li liberarono e li portarono, in volo, presso il fiume Sele, allora gran parte della Campania, apparteneva alla Lucania e pure la valle del Sele.
San Vito è adorato anche in altri paesi europei, alcuni dei quali  Austria, Germania, Francia, Inghilterra, Boemia ecc:
Le sue reliquie sono sparse in giro per essere adorate in varie parti dell' Europa ( questo è il rispetto per i morti che porta la chiesa cattolica ai suoi santi) .
Il " Ballu te santu Itu" è dialettalmente chiamata la danza che i Tarantati faranno domani a Galatina presso la cappella di san Paolo, il nome è sicuramente dovuto all' errata credenza che la tarantola fosse un ragno velenoso, ma, a parte ciò non esiste alcuna analogia fra il culto di san Pietro e Paolo ed il culto di san Vito.
In realtà si tratta solo di una danza isterica che molto assomiglia alle trances degli epilettici che  cadono per terra e si rotolano con movimenti convulsi ed incontrollati che, come dicevo nel mio post intitolato " il Tarantismo e la notte della taranta nel Salento", ha lo scopo di creare uno scombussolamento nel corpo del danzatore, che dovrebbe portarlo a vomitare nel pozzo dell' acqua di san Paolo per testimoniare l' avvenuta grazia.


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