giovedì 30 aprile 2015

RIFESSIONI SU LU LAURIEDDHRU

Cos 'ha a Che vedere il laurieddru con i lares della mitologia Romana?


Leggendo il libro di Fedrico Capone Viaggio nel Salento magico , Pubblicato nel giugno 2013 per i Tipi della Capone editore, alla pagina 109 Incontriamo un capitolo Che ci parla del Lauro dal titolo Gli spiriti della casa, da questo capitolo leggiamo testualmente:
" Chi non sa che i lari domestici erano i padroni della casa, la proteggevano ed erano inseparabili dai loro abitatori?
Gli antichi ritenevano che soltanto gli spiriti dei buoni potessero trasformarsi in Dei Lari; quindi ë molto probabile Che essendo il nostro lauru capriccioso e bizzarro si ma anche affabile coi familiari, amante non Pericoloso di donne e di fanciulli, sia davvero una Continuazione di quel culto ".
 Nel prosieguo, Federico Capone traccia una descrizione tipo del Lauro salentino, alto fra i 30 ed i 40 cm, ben fatto, armonico Nelle sue minuscole parti, occhi lucenti e neri come gelsi mori, capelli lunghi e riccioluti.; indossa un abito di morbidissimo velluto ed un cappello alla calabrese.
Questa descrizione contrasta però con i personaggi incontrati nelle varie mitologie, la maggior parte di esse infatti ci mostra esseri simili non proprio belli a vedersi, quasi sempre si tratta di personaggi fantastici, metà uomo e metà animale, alcune immagini dello stesso lauro, ce lo disegnano con orecchie a punta, sgraziato e non bello come asserisce il Capone, magro, anzi emaciato, con occhi Sicuramente Vispi e furbi e con le orecchie appuntite ed a sventola.
Anche l 'associazione del Lauro con i lari della mitologia Romana, ci Lascia alquanto perplessi, avendo generalmente associato invece il lauro con alcuni personaggi delle mitologie nordiche e Norrena,che popoli come i Normanni ed Altri conquistatori ci hanno lasciato nelle loro spedizioni di conquista verso i nostri territori.
Procedendo però con Ordine, dedichiamoci ora ad un piccolo approfondimento per poter meglio conoscere i Lares Romani  analizzandone i dati peculiari e le caratteristiche che li contraddistinguono.
Se E pur vero che essi fossero I padroni della casa, la proteggono e Sono inseparabili con i suoi abitatori, ciò è dovuto al fatto che il lare familiaris  è in realta il capostipite di quella famiglia, per questa ragione, infatti, parlando di lari della famiglia, si parla al singolare.
Agostino di Ippona, a conferma di ciò ci riporta, nel suo De Civitate Dei contra paganos, uno scritto di Apuleio :
" dicit quidem et animos hominum daemones esse
et ex hominibus fieri Lares si boni meriti sunt;
lemures, si mali, sen larvas;
manes autem deos dici, si incertum est bonorum 
sien malorum esse meritorum ".
Quindi, secondo Apuleio, è la stessa anima umana ad essere un demone, che secondo i suoi meriti potrà aspirare ad essere un Lare,un Lemure o Larva od un Mane.
Inizialmente i lari, nella mitologia sono delle divinità rurali che  proteggono i campi ed i Raccolti, Essi hanno degli altari posti ai quadrivi delle vie da dove emanano i loro benevoli influssi agli orti circostanti; nel canto dei fratelli Arvali , essi sono associati al dio dei campi Marte,  ancor prima Che lo Stesso divenisse il dio della guerra, in questo canto, Inoltre è anche presente per la prima volta, la forma plurale dei lares  :
" Enos Lases iuvate
Neve Lue rue peccati Marmar incurrere in peores
Satur fu, Fere Mars, limen sali, sta berber
semunis alternei advocapit conctos
enosMarmor iuvato
triumpe, triumpe, triumpe, triumpe, triumpe ".
Anche Orazio, nelle Satire ce li descrive come divinità campestri dedite ai pasti dei lavoratori ed alle feste che si svolgevano in concomitanza con i lavori agricoli.
I Lares familiaris quindi si staccano da questo contesto ed entrano nel culto privato assumendo le caratteristiche di divinità protettrici della famiglia.
Ancor oggi in alcune famiglie del Salento, possiamo vedere come i lares vi siano ancora presenti ed attuali; non avviene raramente infatti di notare come in quelle case, vi siano dei veri e propri altarini dove vicino a delle statuette di santi o di divinità cattoliche,  molto spesso anche con luci votive o lumini, vi sono delle immagini, generalmente foto, dei defunti di quella famiglia,  alle qual si rivolgono spesso preghiere o suppliche di intercessione per ottenere in cambio salute e fortuna, fra quelle foto la posizione più centrale viene occupata dai fondatori della famiglia stessa.
Per le ragioni che ho espresso quindi, non riterrei opportuno associare molto facilmente il nostro carissimo Laurieddhru, con i Lares della mitologia romana.

Nessun commento:

Posta un commento

Visualizzazioni totali

Archivio blog