
che seguivo mogio,mogio,
perchè in tutte le tivvù
non c' era altro da lassù.
Giù dal colle era sceso,
ben stirato e ben disteso,
col vestito della festa,
che un occhio a noi, ci costa.
Per parlare alla nazione,
e giurare col sermone,
il momento è molto grave,
e pensarci non è soave.
Tutti dobbiam collaborare
e lo scoglio superare.

I politici, mea culpa
devon fare questa volta,
alle domande della gente,
non san poi risponder niente,
e si fanno coglier spesso
impreparati nel digresso.
Il dialogo cercare
qui bisogna annoverare
e pur tutti i movimenti,
son partiti, e son contenti,
e con gli altri poi parlare
soluzioni per cercare,
Se si chiudono le porte,
il dialogo non parte.
A questo punto mi domando,
che discorso sta facendo,
lui che in oltre sessant' anni
della politica gl' inganni,
già conosce a menadito;
oppur forse l' ha scordato?
Delle leggi che ha firmato
lungo il suo primo mandato?
Le promesse da marinaio
sono tante, questo è il guaio.
La politica ne è piena,
tutto ciò fa tanta pena.

Sarà poi coincidenza
ma di dirlo non sto senza,
guarda caso poi stamane
ha distrutto all' Ucciardone,
il piemme di Palermo,
tutti i nastri che confermo
della trattativa in corso,
che al Mancin fanno ricorso
Mi ricordo di quell' altro,
che ripete con far scaltro,
il primo sasso va lanciato
da chi è senza peccato.
Ma i grillini a quell' assise
non chiedevano le scuse.
Seduti essi rimanevano
e le mani non battevano.
Ed intanto il Berlusconi,
gongolante fa pressioni,
ora voglio questo e quello,
che risolto ho il papello.
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