venerdì 6 giugno 2014

I VESTALIA

Narra la leggenda che la dea italica Vesta, figlia di Saturno e Opi, avesse avuto il dono di rimanere per sempre " Virgo Intacta " ossia vergine illibata; il suo culto era diffuso in tutta la regione italica, ma a Roma le venivano tributati maggiori onori.
Nel mese di giugno la settimana che intercorre fra il giorno 7 ed il 15, ricorrevano i Vestalia, i giorni in suo onore.
La dea Vesta è presente anche nella mitologia Ellenica dove era conosciuta col nome di Estia ( Hestia ),  prima figlia di Crono e Rea e sorella di Giove ed Era, le caratteristiche delle due divinità coincidono fra loro.
Secondo la leggenda Ellenica, Estia aveva ottenuto da Giove il dono di rimanere sempre illibata e di poter restare sempre all' interno dell' Olimpo, mentre tutti gli altri dei potevano anche scendere sulla terra, dove provvedeva a mantenere vivo il proprio fuoco sacro.
Vesta era la dea del focolare  ed era venerata in tutte le case romane dove le donne della famiglia provvedevano a mantenere vivo il fuoco sacro a lei dedicato ravvivandolo ogni mattina e facendo in modo che rimanesse sempre vivo, a lei era sacro in particolar modo l' animale mediterraneo per eccellenza, l' asino, grazie all' intervento del quale, la dea riuscì a conservare la sua verginità dal tentativo di Priapo di violentarla.
Narra infatti la leggenda che Priapo, dio fallico della città di Lampsaco, mostruosamente dotato di un' enorme pene, tentasse, approfittando del fatto che la dea dormiva,  di violentarla, ma l' asino che era sempre al fianco del dio, avesse iniziato a ragliare svegliandola, e lei, resasi conto di quanto stava per accadere avesse reagito e fosse riuscita ad evitare la sua deflorazione.
Secondo la leggenda-, il culto di Vesta fu introdotto a Roma da Romolo che le fece edificare un tempio nella città, ma  sia l' ubicazione del tempio, posto oltre le mura di Roma edificate da Romolo, sia la sua forma circolare, che ricordava le capanne preesistenti, fanno pensare ad un' edificio da datare ad un' epoca  precedente a quanto riporta la leggenda.
Ai culti in onore di Vesta, presiedeva il pontefice Massimo coadiuvato dalle Vestali, la cui autorità, in alcuni casi eccedeva persino l' autorità dello stesso Pontefice.
Le vestali erano in numero di sei ed erano scelte fra le bambine fra i sei ed i dieci anni direttamente dal Pontefice attraverso un " Rito di Cattura " che sottraeva le fanciulle all' autorità paterna e le sottoponeva a quella del Pontefice che diventava un secondo padre per loro.
Il Pontefice prendeva per mano la fanciulla e pronunciava la frase di rito:
" TE AMATA CAPTIO " da quel momento la fanciulla veniva portata via alla propria famiglia come una vera preda di guerra ed entrava a far parte delle allieve Vestali, nessun o poteva reagire od impedire in alcun modo tale evento,
Le Vestali erano obbligate a restare tali per un periodo di 30 anni i primi 10 dei quali avevano il titolo di allieve, il secondo decennio, diventavano ministre del culto e nel terzo decennio istruivano le nuove allieve.
Le Vestali avevano dei ferrei obblighi, i più importanti dei quali erano:
1 )   mantenere intatta la propria verginità, se una vestale veniva scoperta non più vergine veniva sepolta        viva in una cantina che veniva ricoperta di terra a significare il fatto che tale essere non esisteva più.
2 )   tenere perennemente acceso il fuoco sacro dedicato alla dea Vesta, chi lo avesse fatto spegnere              rischiava una punizione che poteva anche essere la pena capitale.
Tutti gli altri obblighi delle Vestali erano comunque connessi all' obbligo di rimanere vergini e di conservare il fuoco sacro.
Le Vestali provvedevano anche alla mietitura del farro coltivato in un sacro orto adiacente al tempio e preparavano la  " Mola Salsa ", un impasto di farro e sale con il quale venivano cosparse le vittime dei sacrifici in onore della dea.
I compiti delle vestali assumevano tale importanza  che consentiva loro di avere anche grandiosi privilegi, a volte anche salvifici, se ad esempio una Vestale avesse incontrato casualmente  per strada un condannato alla pena capitale, questo doveva essere immediatamente graziato.
L' origine delle Vestali viene attribuito ad AMATA ( difatti la frase " te Amata captio " che il Pontefice Massimo diceva nel prendere la mano della fanciulla, futura Vestale nel rito di cattura, era riferita proprio a lei ), maglie del re Latino  e prima fra tutte le vestali, come la donna provvedeva a mantenere in casa il sacro fuoco di Vesta, così Amata e tutte le altre Vestali dovevano provvedere a mantenere vivo il sacro fuoco delle grande casa di tutti i Romani che era Roma.

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