giovedì 17 luglio 2014

IL CULTO DI ISIDE NELL' ANTICA ROMA

Seguire le mode che fanno tendenza, non è appannaggio dei nostri giorni.
La curiosità verso ciò che era ritenuto provenire da paesi misteriosi e lontani, e seguirne le orme tracciate dagli antenati, suscitava un fascino che ancora oggi ci attrae, il Tibet con i suoi segreti, l' India misteriosa con le sue innumerevoli religioni, portano moltissima gente a veleggiare verso quegli approdi per scoprirne i segreti più intimi.
Fu così che intorno al III sec. a.c. in Grecia, e successivamente, nel II sec. a.c. a Roma, prese piede il Culto dei misteri di Iside ed Osiride. Iside, rappresentava per gli Egizi ciò che Demetra rappresentava per i Greci ed i Romani, essa infatti nella religione egizia è la personificazione della Grande Madre collegata al culto della morte e della resurrezione.
Apuleio, nell' Asino d' oro, nel II sec. a.c. ci testimonia sia del culto Romano della dea, sia del mito ad essa collegato e ci narra dei riti iniziatici e di come venissero mostrati agli adepti libri sacri con caratteri segreti e di come costoro venissero lavati e purificati, inoltre ci racconta delle solennità che si celebravano in inverno ed in primavera .
Iside è una divinità assoluta, la dea dai 10.000 nomi che rappresenta essa sola una totalità di caratteristiche che tutti gli atri dei possono rappresentare solo in particolari; simboleggia l' Egitto che attende le inondazioni fertilizzanti del Nilo rappresentato dal suo fratello e marito Osiride, e quando il dio Seth, simbolo della siccità, uccide e smembra Osiride, Iside ne ricompone il corpo e gli dà nuova vita sostituendo gli organi genitali del marito con un Fallo d' oro, i doni del Nilo erano infatti, per gli Egizi considerati un valore supremo perchè consentivano a quel popolo di prosperare ed arricchirsi.
Osiride, per ringraziarla di ciò, le fa generare Horus, ecco ripetersi così l' eterno mito della morte e della resurrezione, la Grande Madre che genera e fa risuscitare come la terra nel cambio delle stagioni.
In questo mito sono rappresentati quindi la morte e la resurrezione, la sofferenza di Iside per la perdita di Osiride, fino alla nascita di Horus che perpetua la vita e permette ai fedeli il raggiungimento dell' immortalità. Quante assonanze con il mito ctistiano della morte e resurrezione del cristo, e del pianto di Maria addolorata, che attraverso l' estremo sacrificio del figlio, permetterà agli uomini la conquista della vita eterna dopo il giudizio universale.
Presso il Pireo, nel III sec. a.c. fu edificato, durante la dinastia dei Tolomei, un tempio in onore del culto di Iside ed Osiride.
Plutarco, nei suoi scritti, ci ha tramandato alcuni aspetti dei riti legati a questi misteri il cui culto ebbe la su massima diffusione nell' età di Silla ed a cui Caligola fece edificare un tempio nel Campo di Marte nel 71 d.c.; questo culto cui erano dedicate processioni e grandi feste, raggiunse il suo massimo splendore sotto gli imperatori Domiziano e Traiano.
A Benevento si conservano diverse sculture provenienti da un tempio, oggi scomparso, dedicato ad Iside ed a Pompei vi sono i resti di un tempio con affreschi che raffigurano le sacerdotesse che effettuano danze rituali abbigliate come la dea, con un vestito annodato sul seno.


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