mercoledì 22 gennaio 2014

I RITI SACRI NELL' ANTICA ROMA - I FUNERALI

Come il matrimonio , anche il rito funebre, assumeva nell' antica Roma una doppia valenza:
- separare il defunto dalla comunità dei viventi dov' era vissuto fino alla morte
- trasferirlo nella comunità dei defunti;
ma anche quella di far tornare i vivi alla vita normale.
Il Pater familias, che era il più anziano componente della comunità familiare, era chiamato al capezzale di colui che stava per morire, per raccogliere dalle sue labbra l' ultimo respiro e per chiudergli gli occhi dopo la morte, aveva anche l' incarico di constatarne la morte chiamando ad alta voce il nome del defunto per 3 volte.
Dopo la morte, i familiari iniziavano la " conclamatio " che consisteva nel chiamare il nome del defunto per dargli l' ultimo saluto.
Intanto il defunto veniva lavato, unto, vestito con una toga bianca ed adagiato sul letto con i piedi rivolti verso la porta. 
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Se il defunto era povero, la stessa sera della morte.erano chiamati 4 " Vespillones " ( portantini ) che provvedevano a portarlo via affinchè il corpo fosse cremato oppure sepolto fuori dalla porta Esquilina.
Se invece il morto era ricco, oppure persona costituita in dignità, si organizzava un corteo funebre composto da un banditore che lo precedeva seguito dai  " tibicini " e poi dalle prefiche che cantavano le lodi del morto, delle immagini in cera del defunto erano issate su dei pali  e precedevano la bara scoperta, nella quale era adagiato il morto al seguito c' erano i familiari ed anche dei liberti, divenuti tali per espresso volere del defunto, tutti erano vestiti in nero.
Dopo la sepoltura, seguiva un pasto a base di salsiccia o di budino, consumato presso la tomba ed a cui partecipavano tutti coloro che avevano preso parte al corteo. 
Alla fine tutti si sottoponevano ad una fumigazione lustratrice.
Dopo 8 giorni aveva luogo una doppia cerimonia che consisteva in un sacrificio offerto ai Mani del defunto e ad alla fine una cena " novemdialis", un sontuoso banchetto al quale i convitati partecipavano indossando una toga bianca; questo banchetto chiudeva il periodo di separazione osservata dai parenti del defunto, che potevano così ritornare alla vita normale.
Intanto l' anima del defunto aveva raggiunto una località sotterranea chiamata " Orco ",  L' Orco era il demone della morte e le anime che dovevano andare nell' oltretomba, dovevano fermarsi presso di lui fino al raggiungimento dei giorni previsti dalle cerimonie; in  quei giorni esse potevano tornare sulla terra sotto forma di spiriti che potevano essere benefici, Mani, oppure malvagi; Lemures o Larvae.
Oltre all ' orco, nell' oltretomba avevano sede anche altre divinità, Mania che secondo la mitologia greca era la personificazione della follia ed affine alle Erinnni, Vediove, dio identificato poi con Plutone ed altri.
 

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