giovedì 30 gennaio 2014

LA DEA BRIGIT

Come abbiamo visto ieri,la dea Brigit era una divinità del fuoco, figlia del grande dio Dagdà, esssa era la corrispondente celtica della dea greca Athena, Minerva per i romani.
Era la conservatrice della tradizione, infatti per i Celti, la poesia, era un' arte sacra che, al di là della semplice composizione di versi, diveniva essa stessa magia, rito e memoria ancestrale di conservazione della cultura e della tradizione popolare. 
Anche l' arte di lavorare e modificare il ferro assumeva, per i Celti, la stessa sacralità della poesia.
Berigit si identificava anche con le tre dee che diedero il nome all' Irlanda: Eiriu, Banba e Fidia; 
molto spesso si identificava anche con tutte le divinità femminili: Boand, Taiitù, Etain e Aimed, per questo veniva chiamata con tre nomi differenti:
- Brigit bé legis,            dea dei guaritori;
- Brigit bé geibnechta,  dea degli artigiani ed, in particolar modo dei fabbri;
- Brigit bé filid,              dea de,la fertilità e della poesia.
Sotto la sua protezione erano anche i misteri Druidi della guarigione, infatti a lei erano numerose sorgenti sacre taumaturgiche.
Sacri a Brigit erano anche :
- la ruota del filatoio, che rappresentava il centro ruotante del cosmo, il volgere della ruota dell' anno ed                                         anche la ruota che fila i fili delle nostre vite;
- la coppa,                che rappresenta il grembo della dea, da cui tutto ha inizio
- lo specchio,            strumento di divinazione che simboleggia l' immagine dell' altro mondo cui accederanno                                  eroi ed iniziati.
In Irlanda, si preparano le " croci di Brigit "  fatte con giunchi, esse sono composte da quattro bracxci uguali racchiusi in un cerchio, rappresentano il sole, simbolo della divinità del sole e della luce, il 31 gennaio, si bruciano quelle dell' anno precedente e si conservano quelle nuove; quest'usanza deriva, come quella della preparazione dei semi di grano per la semina, da usanze precristiane che si sono tramandate sino ai nostri giorni.
Brfuciare questi oggetti, come pure le bambole di Brigit, serve a ricordare che la natura ha  bisogno di luce e calore per rinnovarsi e crescere rigogliosa.

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