I MEMORIALI BOLOGNESI sono una raccolta di atti e rogiti notarili che, per evitare che, dopo essere stati redatti, potessero essere in qualche modo contraffatti od alterati, nelle parti lasciate in bianco, presentavano delle scritte poste dagli stessi notai che vi apponevano versi o rime che a volte componevano essi stessi o che prendevano da autori anonimi.
Sono circa 300 poesie, sonetti o ballate, alcuni dei quali furono raccolti da Giosuè Carducci nel suo volume intitolato Cantilene e ballate strambotti e madrigali nei secoli XIII° e XIV°.
Sono tutt' oggi conservati presso l' Archivio di Stato di Bologna.
Per lo più di carattere erotico, narrano di vicende amorose :
MAMMA, LO TEMP' E' VENUTO
" Mamma lo temp' è venuto
ch'eo me voria maritare
d' un fante che m' è si piaciuto,
nol te voria contare.
Tanto me place 'l so fatto
li soi portamenti e i sembianti
che, ben te lo dico entrasatto,
sempre 'l vorria aver davanti;
e 'l drudo meo ad onne pacto
del meo amor vol che se vanti.
Matre, lo cor te se scianti
s' tu me lo voi contrariare."
" Eo te contrario en presente,
figliola mia maledetta,
de prender marito en presenti
troppo me par c' aibi fretta.
Amico non ài nè parente
che 'l voglia, tant' ei piccoletta.
Tanto me par' garsonetta
non èi da cotai fatti fare."
" Matre de flevel natura
te ven che me vai sconfortando
de quel ch' eo sun plu segura
non fo per arme Rolando
ne' l cavalier sens paura
nè lo bon duxo Morando.
Matre 'l tuo dir sia en bando,
ch' eo pur me vol maritare."
" Figlia, lo cor te trasporta,
nè la persona non ài;
tosto podriss' esser morta
s' usassi con hom, ben lo sai,
Or figlia, per deo, sii acorta
nè no te gl' ametter camai,
ch' a la ventura che sai
morte' n pudrisse portare."
" Matre tant' ò core acunto,
la voglia amorosa e conquisa,
ch' aver vodria lo me drudo
vixin plu che non è la camisa.
Con lui me saria tutta nuda
nè mai nol vorria far devisa;
eo l' abraciaria en tal guisa
che 'l cor me faria allegrare."
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