sabato 2 febbraio 2013

ILVA, CUI PRODEST?
Democrazia Atea al punto 65 del programma chiede l'abrogazione del segreto militare sul censimento e sulla mappatura delle basi militari straniere sul territorio italiano. Molti italiani non sanno che lungo la nostra penisola, che ha una estensione territoriale di poco superiore ai trecentomila chilometri quadrati, ci sono oltre 100 basi militari statunitensi, e in alcune di esse ci sono armamenti nucleari. Se si conoscono le vicende militari americane, diventa più facile comprendere alcune questioni che solo in apparenza sembrano squisitamente nostrane. Prendiamo, ad esempio, il caso dell'ILVA di Taranto. In un documento del 2002 del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, Taranto veniva indicata come futuro Comando Nato. Nel 2004 alcune associazioni ambientaliste rivelarono che Taranto, nei documenti del Pentagono, aveva acquisito lo status di Quartier Generale della Nato avendo i requisiti necessari per ospitare l'intera flotta americana, ivi compresi i sommergibili nucleari. Queste rivelazioni furono immediatamente smentire dal Governo italiano e confermate da Francesco Cossiga. Dunque Taranto era già destinata ad ospitare la flotta statunitense e i sommergibili nucleari. Attualmente la Nato utilizza il Molo Polifunzionale nel Porto di Taranto ed ha la necessità di espandersi verso il molo confinante, ovvero il Molo Ovest, quello in uso all'ILVA e che utilizza la stessa insenatura del Molo Polifunzionale. Esperti ed osservatori sono concordi nel ritenere che per un ipotetico utilizzo dell'insenatura da parte di sommergibili, sia vitale disporre non solo del Molo Polifunzionale, insufficiente allo scopo, ma anche del Molo Ovest. E così dopo decenni di indifferenza giudiziaria davanti ad una mortalità per cancro con percentuali pari a quelle del raffreddore, la magistratura tarantina ha messo fine ad una fonte di inquinamento che, per quanto disastrosa, non raggiunge comunque i livelli di un'altra fonte ancora più inquinante, ovvero l'inceneritore di Massafra alle porte di Taranto. La chiusura dell'ILVA sposterà il baricentro della siderurgia verso l'Europa del Nord, renderà la NATO un beneficiario fortuito, e in compenso getterà sul lastrico migliaia di famiglie. Eppure le tecnologie disponibili, se applicate, avrebbero potuto trasformare l'ILVA per portarla a livelli di inquinamento accettabili. Una seria informazione sulle mire espansionistiche militari straniere sul nostro territorio, molto probabilmente avrebbe consentito una lettura diversa degli accadimenti. Per fortuna in Italia anche i segreti militari possono diventare i segreti di Pulcinella e non è stato difficile scoprire a chi giova la chiusura dell'ILVA. Carla Corsetti Segretario nazionale di Democrazia Atea www.democrazia-atea.it
Pubblicato da CIRO VERRATI a 23:26
Ho ritenuto utile fare copia-incolla di questo post di Ciro Verrati, vice segretario nazionale di Democrazia atea, perchè ritengo che sia molto veritiero e che rispecchi una realtà taciuta da tutti, stato e mass media.
IL cittadino non deve conoscere la verità, altrimenti l' opinione pubblica non potrà essere manovrata da uno stato che difende solo gli interessi dei poteri forti asserviti alla leadership americana.

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