venerdì 12 dicembre 2014

PROVERBI E DINTORNI LI CULACCHI TE PAPA CALIAZZU ( o Cajazzu )

Ieu suntu papa Cajazzu, fasciti comu ieu bbu ticu e nu comu ieu fazzu

Lungo la statale che da Maglie conduce a Leuca, a pochi chilometri da Finis Terrae, vi è una ridente contrada , frazione di Tricase, chiamata Lucugnano.
Questa località è molto famosa in tutto il Salento ed anche oltre i confini salentini, ben più della cittadina di cui fa parte integrante del comune, per aver dato i natali ad un personaggio molto singolare, papa Caliazzu, vissuto fra il XV od il XVI secolo, Domenico Galeazzo, questo era il suo vero nome, fu arciprete di quella contrada.
Personaggio molto arguto che sicuramente non contraddiceva il famoso detto riferito ai contadini di tutte le epoche Scarpe grosse e cervello fino ci è stato tramandato attraverso i suoi famosissimi culacchi, oggi la letteratura, e non solo quella nostrana, è molto ricca di volumi e volumetti che lo riguardano, ogni editore ha nella sua bacheca almeno un libretto riferito a papa Caliazzu, in tutti i paesi della provincia di Lecce poi si raccontano barzellette e culacchi in vernacolo che lo coinvolgono, non sempre veri, anzi il più delle volte inventati, ma la forza del personaggio è proprio questa, cioè che, a distanza di 400 e più anni, risulta ancora attuale ed in grado di fomentare l' arguzia popolare.
Narra la storia che il nostro eroe, dopo essere divenuto prete, avesse, per circa 3 anni esercitato il suo ministero per mancanza di una sede da assegnargli ( oppure, a detta di alcune malelingue, perchè il Vescovo non trovava conveniente assegnargliene una ) aiutando i parroci delle chiese dei paesi vicini a celebrare le loro funzioni, questo naturalmente agevolò quanti vollero appioppargli episodi non sempre veritieri.
La vicenda che vi racconto oggi, si riferisce infatti ad un episodio che sarebbe avvenuto a Galatone, anche se in realtà non risulta che Caliazzu sia mai andato a concelebrare in quella città, peraltro troppo lontana da Lucugnano e che, inoltre, corrisponde poco sia in termini di tempo che di denaro.
Molto spesso, i culacchi che ritroviamo nei testi in commercio, sono stati riveduti e corretti e purificati da espressioni che rischierebbero di offendere la pubblica morale, nella narrazione di questi, io cercherò invece di essere quanto più reale possibile anche se dovrò usare quelle frasi che a detta di molti risultano sconce, il tutto per dare una più reale e veritiera interpretazione dei fatti.

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Nu giurnu papa Caliazzuia sciutu a Galatone cu celebbra nna missa a suffraggiu te nna morta, quandu ia spicciato ni pagara mille lire e iddhru se nde sta turnaa a ccasa.
Passandu te intra lla villa te Galatone ni inne lu besuegnu urgente cu fazza la pipì, se mise rretu a nn' arberu e 'ncignau cu pescia, nna uardia lu idde e nni tisse :
" Papa Caliazzu la sai ca nu sse pescia intra lla villa comunale ? stai in contravvenzione ".
Papa Caliazzu ni respuse : 
" E quantu ene sta contravvenzione ? "
" Mille lire "
Papa Caliazzu se mise le manu a ' npauta e terandu fore le mille lire tisse :
" Eccu amu cantatu missa allu cazzu "

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