domenica 22 febbraio 2015

PROVERBI E DINTORNI - li cunti e li culacchi

LA MAGIA DEL SALENTO

Come abbiamo già visto in altre occasioni, il Salento era la dimora del dio Fauno Pan e qui, in un bosco buio e molto fitto, egli aveva la sua grotta che in precedenza era stata la dimora delle ninfe Epimelidi.
La magia del Salento, però non si limita solo a queste presenze, nel Salento trovavano anche dimora altri esseri magici che la fantasia popolare destina a dimorare nelle nostre terre.
Orchi, sirene, fate, streghe e tiauli, trovavano terreno fertile nelle credenze popolari e ne riempivano la fantasia e la memoria, che si perpetua nei Cunti che le nonne raccontavano ai nipotini seduti
attorno al camino od allu Brascieri.che era un catino generalmente di rame, dove si metteva la brace presa dalle cucine economiche con pezzi di legna o carbone che irradiavano calore tuttintorno.
In quell' ambiente appena illuminato da poche candele, con le ombre ingigantite dal timore dei bambini presenti; la fantasia dei bambini correva appresso a questi personaggi che la nonna descriveva con dovizia di particolari e che, ai più piccini, creava una sensazione di timore ed emozione che, la notte provocava sogni ed incubi per cui i bambini, il più delle volte preferivano trasferirsi nel letto di nonni e genitori.
Ecco quindi le faune ( donne dei fauni ) dette anche fatuae e divenute successivamente Fate, oppure le Foche, descritte come  buoi del mare o creature metà pesci e metà donne, divenivano le Sirene.
Nella fantasia popolare, queste creature della fantasia acquisirono poi delle caratteristiche che le rendevano a volte esseri buoni mentre altre, malvagi, come ad esempio le fate che potevano rappresentare la bontà, mentre le streghe, creature generalmente vecchie e brutte, con un naso adunco e bitorsoluto, rappresentavano la malvagità,  a volte però anch' esse divenivano buone come ad esempio la befana che portava doni ai bambini buoni e carbone a quelli cattivi.
Altri gnomi erano in grado di rendere ricche od immiserire le persone che avevano la disavventura di capitare loro a tiro, ecco che lu Laurieddhru è un discolaccio, dispettoso che sedendosi sul petto dei dormienti, provocava problemi di respirazione, oppure intrecciava con nodi le criniere dei cavalli, o che faceva baccano di notte non facendo dormire i residenti della casa e che li seguiva anche se traslocavano.
La Fata morgana, da non confondersi con i miraggi che ingannavano i marinai, è la regina delle fate,  bella ed austera, non ride quasi mai, o, se lo fa, è per rallegrare un mortale, guai però a farla sdegnare, diviene cattiva e dispettosa.
Lu  Nanni Orcu è invece il personaggio cattivo e brutto per eccellenza, nascosto sotto terra, dove vive, mette fuori un' orecchio a forma di rapa e con esso cattura le fanciulle che hanno la disavventura di cercare di strapparlo da essa, esce fuori e se le mangia, se invece ha bisogno di qualche ragazza da usare come sguattera, allora la trascina sotto terra, e se questa è fortunata, passerà lì vicino una fata che le ridarà la libertà, alla fine per premio per lo scampato pericolo, quella ragazza diventerà sposa di un principe azzurro.


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