domenica 10 gennaio 2016

L' EROTISMO FRA ARTE E POESIA


" La vostra musa xe una zentildonna,
la mia xe una donnazza venexiana,
che parla schetto e va vestia alla bona.

Ghe vol de tutto per la vita umana,
xe necessario, è vero la matrona,
ma ghe vol, qualche volta la puttana ".

Poeta veneziano del settecento, Zorzi Alvise Baffo, nato da una famiglia della borghesia medio-bassa veneziana, fu sicuramente il massimo rappresentante di quei poeti dediti al licenzioso e volgare.
Già a leggere i titoli delle sue poesie egli si presentava senza bisogno di ulteriori commenti : Lode al culo, Documenti per ben fottere, Loda 'l cul de donna Cate sono solo alcuni dei titoli della sua opera postuma  Gosmopoli, in realtà Venezia del 1789; 4 volumi monologici che avevano come unico argomento culi, tette, mone e bocche.
In un sonetto dedicato al suo amico poeta abate Frusoni ( citato in alto ), egli ben descrive la sua versatilità di poeta da bettola.


LODE AL CULO

Oh! Bus del Cul, che tra do colinette
in circolo ti xe tondo, e perfetto,
un vaso ti me par pien de zibetto
messo in conserva in quelle to grespette.

Ti me par un melon taggià in to fette;
che vegna anca el più celebre architetto, 
per dio, che nol puol far più bel groppetto,
che con Natura l' Arte no se mette.

Oh caro Culo ! Oh macchina stupenda !
Gran cose in ti se vede in un momento
subto che se tira sù la tenda;

se vede Monti, Valli, e un Bosco in drento;
compatisso la zente reverenda,
se in quel liogo i farave el so convento

Nessun commento:

Posta un commento

Visualizzazioni totali

Archivio blog